La vergogna dell’Asl di Napoli: cinque anni per pagare i fornitori

Pensate a quante cose possono accadere (a un uomo, una donna, in una famiglia, in un’impresa) in 5 anni. Di tutto di più. Un lustro è un’unità di tempo sufficiente a cambiare tanto le persone, per stare nella sfera umana; quanto i rapporti di forza e gli equilibri economici, per stare in quella del mercato. Eppure può anche essere questo l’orizzonte temporale col quale lavorare con gli ospedali, dicasi le Aziende sanitarie locali (Asl). Ebbene sì: una impresa fornitrice privata può dover aspettare fino a 5 anni per essere pagata. Capita, per esempio, che se le Asl sono quelle della Campania e della Calabria, chi ci lavora debba mettere in preventivo, in media, oltre mille giorni (quasi 3 anni) per veder saldate le fatture. Fino, per l’appunto, al caso limite: la peggiore in assoluto è l’Asl di Napoli 1 Centro, che per pagare impiega 1.676 giorni, equivalenti a 4 anni e 7 mesi.
A fissare nero su bianco i tempi eterni dei pagamenti in sanità ci ha pensato l’Ufficio studi degli artigiani di Mestre. La Cgia veneta, guidata da Giuseppe Bortolussi, è andata ad investigare su quella che è ritenuta una delle peggiori piaghe per il sistema economico: l’incertezza o la lungaggine insopportabile dei pagamenti da parte di Asl, Usl ed ospedali della Penisola. Un fenomeno che, conteggiato tutto insieme, vale 40 miliardi e che mette con le spalle al muro le aziende fornitrici, talvolta con esiti tragici (vedi i suicidi di imprenditori rimasti con le casse vuote).
Se quella di Napoli è la peggiore, ci sono però almeno otto aziende sanitarie, tra Campania e Calabria, in cui i versamenti per le forniture arrivano dopo mille giorni dalla consegna. E forse non è un caso che la media si alzi di molto al Sud, visto che le due sole Asl su 286 (0,7% del totale) che pagano le imprese fornitrici entro 60 giorni sono quelle del profondo Nord di Crema (46) e Mondovì (solo 23 giorni). Nella graduatoria dei peggiori, dopo Napoli si trova l’Asl San Sebastiano di Caserta, che onora i pagamenti dopo 1.414 giorni (poco più di tre anni e 10 mesi), mentre all’Asl provinciale di Crotone ne occorrono 1.335 (tre anni e otto mesi). Nella sotto-graduatoria degli oltre mille, ci sono l’Ospedale Federico II di Napoli (1.321 giorni), quello di Cosenza (1.257 giorni), l’Asl di Salerno (1.157 giorni), l’Azienda Ospedaliera Pugliese di Ciaccio-Catanzaro (1.038 giorni) e l’Asl di Cosenza (1.033 giorni). A livello regionale, la Calabria guida la classifica dei peggiori pagatori, con una media di attesa tra tutte le sue Als di 925 giorni, seguita dalla Campania (771) e, ben distanziata, dal Lazio (387). La migliore invece è il Trentino Alto Adige, con una media di 92 giorni.
«Questa anomalia tutta italiana - afferma Bortolussi - deve terminare. I ritardi influiscono negativamente sulla liquidità e stanno complicando la gestione finanziaria delle imprese fornitrici.

Inoltre gli effetti negativi sono aumentati considerevolmente proprio in questi ultimi mesi di recessione economica, visto che l’accesso a qualsiasi forma di credito è diventato più difficile». Bortolussi ricorda peraltro che le pubbliche amministrazioni, di regola, godono di flussi di entrate certe, prevedibili e continui rispetto alle imprese private.

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