Verona, la corsa ai seggi spinge la Cdl

Nella città veneta ha già votato il 59% degli elettori, affluenza record in Italia. Auspici positivi per il leghista Tosi. La competizione scaligera è considerata un test a livello nazionale. Alle urne anche gli stranieri: i più numerosi sono i romeni

Verona, la corsa ai seggi spinge la Cdl

Verona - Cielo grigio sulla città di Giulietta, scrosci di pioggia, troppo fresco per la gita sul Garda, di andare allo stadio nemmeno a parlarne perché sarebbe solo tristezza: ieri il Chievo è tornato in serie B, sabato il glorioso Hellas le ha prese al Bentegodi dal Napoli e rischia di sprofondare in C. Restano le «cantine aperte» e le urne. E allora tutti a votare per il nuovo sindaco. A mezzogiorno aveva già deposto la scheda azzurra il 17,3 per cento dei 205mila elettori scaligeri, alle 19 il 59%: una delle affluenze più elevate d’Italia.
Corsa ai seggi, al termine di una campagna elettorale accesa, dove i due contendenti principali (il sindaco uscente Paolo Zanotto, ulivista, e il leghista Flavio Tosi) hanno proposto due visioni contrapposte del futuro della città su temi come traffico, inquinamento, infrastrutture, sicurezza. E dove influirà molto il valore nazionale del voto, sottolineato dalla calata di tutti i leader dei partiti, da Silvio Berlusconi a Piero Fassino (ma il premier Prodi e i due vice D’Alema e Rutelli non si sono fatti vedere), e confermato da osservatori come il politologo veneto Paolo Feltrin, secondo il quale a Verona si potrà sondare la portata della «rendita di opposizione», cioè il peso dell’insoddisfazione antigovernativa.
Su questo malumore, che si salda al malcontento serpeggiante per i cinque anni dell’amministrazione di centrosinistra, conta Tosi, candidato delle quattro liste di centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Alleanza nazionale, Udc), che potrebbe essere eletto già al primo turno. Zanotto, che non ha Rifondazione tra le liste in appoggio perché troppo estremista, ha contro anche candidati minori che in questi anni sono stati suoi assessori o «grandi elettori».
La voglia di urne ha contagiato anche gli stranieri. Per il sindaco possono votare infatti i cittadini di uno stato dell’Unione europea che hanno chiesto di essere inseriti in una apposita lista elettorale. Il gruppo più numeroso è quello romeno con 210 iscritti, seguito alla lontana da tedeschi (27), inglesi (19) e via via francesi, spagnoli, olandesi e altri ancora. Ma ieri altri 150 romeni si sono presentati alla Commissione elettorale mandamentale chiedendo di poter votare: lunghe ore di discussioni e alle 17 il via libera. Per il resto, la giornata è filata via nella normalità; un solo episodio curioso in un seggio del centro storico, dove due elettori si sono infilati nella stessa cabina: il presidente li ha portati fuori annullando le schede. Lamentele dagli elettori più anziani per la difficoltà di maneggiare il lenzuolone azzurro con i nomi degli 11 candidati sindaco e i simboli di 26 liste. Meno problematica la scheda rosa per le circoscrizioni.
Tosi ha votato nel pomeriggio nella frazione di Marzana, Zanotto al mattino alle scuole Caliari nel cuore di Verona dopo aver fatto un salto in piazza Bra per un saluto alla «Grande sfida» organizzata dal Centro sportivo italiano. Gli avversari del centrodestra e del centrosinistra hanno dedicato la domenica alle mogli.

Non è stata soltanto una giornata di riposo prima della battaglia, ma anche di festa e per lo stesso motivo: Diana Sinigalia Zanotto, insegnante, e Stefania Villanova Tosi, dipendente della Regione Veneto, compiono entrambe gli anni oggi e hanno preferito anticipare a ieri brindisi e regali in famiglia. Due «first lady» discrete, nemiche dei riflettori, pizza e jeans piuttosto che serate di gala in abiti lunghi.

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