Verona - Tutti dietro le sbarre. Gli aggressori che nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio hanno pestato a morte il 29enne Nicola Tommasoli nel centro di Verona sono stati tutti arrestati. Sono stati bloccati dalla Digos di Verona in Lombardia gli ultimi due presunti componenti della banda: avevano finito il denaro messo insieme per la fuga frettolosa e tornavano con un volo low cost da Londra. Si tratta di Federico Perini, di 20 anni, e di Nicolò Veneri, di 19 anni, tutti e due veronesi. Interrogati dal pm che segue la vicenda hanno confessato e sono già stati chiusi nel carcere di Montorio.
Omicidio preterintenzionale Attualmente si procede per omicidio preterintenzionale nel caso del pestaggio di Tommasoli. Il particolare è stato puntualizzato durante la conferenza stampa indetta dalla questura di Verona oggi in merito all’arresto degli ultimi due componenti del quintetto responsabile dell’aggressione. Successivamente, alla luce dei risultati dell’autopsia sul corpo del giovane, che è prevista per domani in mattinata, il medico legale stabilirà la gravità delle lesioni e nel caso queste dovessero risultare inferte con violenza da poter uccidere potrebbe scattare l’ipotesi accusatoria di omicidio volontario. Parlando a Radio24 il procuratore di Verona, Guido Papalia ha annunciato però che "l’ipotesi è sicuramente omicidio doloso". Intanto sono già state avanzate le aggravanti dei futili motivi essendo, l’aggressione, stata scatenata dalla richiesta respinta di una sigaretta.
Sigaretta negata Le indagini, anche grazie alla visione delle immagini registrate di alcune telecamere presenti nella zona del pestaggio, si erano sin dai primi momenti indirizzate verso alcuni giovani simpatizzanti della destra più estrema. L’aggressione di Tommasoli, però, non avrebbe avuto motivazioni politiche, ma semplicemente sarebbe stata legata al fatto che la vittima, assieme a due amici, aveva risposto negativamente a una richiesta di una sigaretta da parte dei componenti del gruppetto.
Gli arresti Il primo ad essere stato bloccato dagli investigatori era stato Raffaele Delle Donne, 19 anni, studente, poi ieri la prima svolta delle indagini con il fermo di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario. All’appello mancavano gli ultimi due che risultavano fuggiti all’estero, prima in Austria, poi in Germania e da lì in Inghilterra. Perini e Veneri sono rientrati all’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo), con un volo giunto intorno alle 22.30, dopo aver finito i soldi racimolati prima di scappare.
All’arrivo c’erano ad attenderli gli agenti della Digos di Verona ai quali i due si sono costituiti. Sono stati portati nel carcere di Montorio: "Hanno confessato davanti al pubblico ministero e sono stati portati in cella" spiega Luigi Iaccarino, dirigente della Digos veronese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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