La macchina delleconomia italiana si è rimessa in moto. Lo dicono i dati, non il politico di turno. È una macchina che non ha bisogno di essere spinta. Il motore è in moto e funziona da solo. Ora è il momento che il governo allenti - almeno un po - il freno a mano che rallenta la macchina. Potrebbe andare molto più veloce.
I dati sono finalmente confortanti. Li ha diffusi lIstat. In sintesi: il fatturato dellindustria è aumentato del 6,4% rispetto allaprile del 2009 e gli ordinativi sono aumentati del 20,6%. Da notare che nei confronti del marzo di questanno sono aumentati del 4,7%, quindi la ripresa che si era innescata a inizio danno non flette ma continua. Lexport, e in particolare quello verso la Germania (un classico per lItalia), è quello che ha fatto ripartire tutto: il fatturato è cresciuto del 15,4% sul mercato estero e solo del 3% sul mercato interno, gli ordini sono lievitati del 31,6% sul mercato estero e di un buon 15,4% sul mercato interno.
In questo momento dati come questi significano luscita dalla fase acuta della malattia. Naturalmente, come in ogni degenza (visti i tempi della politica italiana lungo-degenza), ci possono essere delle ricadute e il degente va sostenuto. Mettiamo pure che molto sia dovuto al deprezzamento delleuro dovuto in primis alla crisi greca, portoghese e spagnola. E cosa cambia? Un bel nulla.
Come fa un governo a sostenere la macchina delleconomia? Per tanti anni lo ha fatto spendendo. Lo ha ricordato Vittorio Feltri nella risposta a Marco Follini. Per fortuna questa stagione è finita. Cè la ghigliottina di Maastricht e aiuti a fondo perduto non ce ne sono più. Un governo, non potendo dare soldi, può comunque evitare di prenderne. Ma anche questo, oggi, lUnione europea non lo consente. Abbiamo troppo debito e le tasse non si possono calare. Tremonti fa già miracoli a non aumentarle. Il governo della moneta è affare europeo e ci pensa la Banca centrale europea, che vigila sullinflazione. E allora? E allora può allentare il freno a mano, togliere un po di pressione alle ruote che sono strette nelle ganasce di tutti gli adempimenti che unimpresa grande o piccola che sia si trova a dover fronteggiare.
Vedete, in momenti come questi molte imprese che vedono aumentare i propri ordinativi perché dalloggi al domani il mercato riparte non hanno il tempo di aspettare tutte le autorizzazioni, oltre quaranta, per dare vita ad una impresa nuova o ampliare la propria. Se poi vogliono assumere ancora personale, nonostante le riforme del lavoro da Biagi in poi, si trovano a doverlo fare comunque per un tempo troppo lungo e allora preferisce non farlo o farlo in nero. Non crediate che si tratti di piccoli numeri: sono molte le imprese che non nascono o che, se sono già nate, non assumono per paura di trovarsi sul groppone troppo peso burocratico.
Molti imprenditori, o persone che potrebbero diventare tali, si scoraggiano prima di partire. Anche in un momento con il vento favorevole come questo. E proprio qui sta lerrore. Occorre autorizzare in modo veloce. Occorre autorizzare a fare subito. Il giorno dopo. Non mesi dopo, perché mesi dopo il mercato è già andato da unaltra parte. È giusta limpostazione di Tremonti. Autorizzare subito e controllare dopo perché qui nel frattempo che qualche burocrate controlla altrove fanno il fatturato.
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