Mentre a Roma Mario Draghi e Giulio Tremonti si lanciano segnali distensivi, a Bruxelles il Consiglio europeo ha raggiunto un’intesa sulla riforma del Patto di stabilità adottando le proposte dell’Ecofin. In particolare, le sanzioni economiche (0,2% del pil) per deficit eccessivo saranno semiautomatiche: sarà l’Ecofin a decidere successivamente all’avvio della procedura. Le strategie di finanza pubblica dovranno essere sottoposte preventivamente al vaglio della Commissione anche se la sovranità dei Parlamenti nazionali non sarà intaccata. Saranno multati anche i Paesi con debito superiore al 60% del pil, ma il debito privato sarà una discriminante. La linea Berlusconi-Tremonti è passata. Come ha detto il premier, ieri ha prevalso «il concetto che la salute di uno Stato è data anche dalla finanza privata» e con questi parametri l’Italia diventerà il secondo Paese «subito dopo la Germania ma molto prima di molti altri ». Ancora da negoziare le modalità per la riduzione di deficit e debito e non è escluso che la sconfitta dell’asse francotedesco sulle sanzioni politiche (perdita dei diritti di voto) determini una voglia di revanche . Raggiunta l’intesa per l’istituzionalizzazione del Fondo anticrisi da 750 miliardi. Nella capitale italiana, invece, la Giornata del Risparmio ha visto l’«avvicinamento» tra il ministro dell’economia e il governatore Draghi che ha ribadito l’apprezzamento per le misure incluse nell’ultima manovra estiva. Il titolare del Tesoro, invece, ha chiuso la polemica sul computo dei disoccupati scatenata dall’ultimo Bollettino economico. «Il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8,5% delle forze di lavoro, fra le quali sono inclusi anche i lavoratori in nero», ha ribadito Draghi, ma «numerosi organismi statistici, nazionali e internazionali, utilizzano anche altre misure di sottoutilizzo della forza lavoro» come i cassintegrati e coloro che rinunciano a cercare occupazione. Considerando queste fasce si sale all’11%, «come in Francia e più che nel Regno Unito e in Germania ». Ed è su questa valutazione che aveva acceso gli animi tra ministero e banca centrale che Tremonti apre al dialogo. «C’è assoluta condivisione con il governatore sull’esposizione perché sono stati rimossi alcuni equivoci». E la comunione di intenti si rafforza quando Draghi accenna al fatto che «il pilastro su cui si fonda la stabilità finanziaria è la crescita economica, senza la quale non si ripagano i debiti». Il riconoscimento reciproco apre una fase nuova. Tremonti ringrazia per l’« apprezzamento» e ricorda che «non è stata attuata una politica di rigore, ma anche mirata alla coesione sociale » incrementando la spesa pubblica per gli ammortizzatori sociali.
Tremonti, poi, spiega la sua strategia rimarcando che è stata effettuata «una riforma delle pensioni senza un giorno di sciopero» e che il federalismo fiscale è in dirittura d’arrivo. Ora manca la riforma fiscale. Ma come procedere? Non con la «demagogia irresponsabile » di chi chiede di «tassare le rendite finanziarie (il Pd e i finiani). Si aspetterà il recupero dell’evasione fiscale.Vertice di Bruxelles, vince la linea dell'Italia
Raggiunta l’intesa: multati i Paesi con debito oltre il 60% del Pil, ma si terrà anche conto dell’indebitamento privato. Sanzioni semi-automatiche per deficit eccessivo. Il premier: "Così l’Italia seconda solo alla Germania". Tesoro-Bankitalia, segnali di pace
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.