nostro inviato
a San Pietroburgo
Doveva essere una «rimpatriata tra vecchi amici» - così l’aveva definita il premier nelle scorse settimane con alcuni ministri - e invece il faccia a faccia sul Mar Baltico tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin diventa un vero e proprio vertice economico-diplomatico, focalizzato - almeno ieri sera - sui temi della cooperazione commerciale. Sul tavolo accordi per Finmeccanica e Fiat nel settore auto, nella fabbricazione di elicotteri in Turchia e una possibile joint venture per la produzione di tram leggeri a San Pietroburgo. Mentre è rinviato ad oggi il corposo capitolo energetico, con tanto - fa sapere il portavoce di Putin, Dmitri Pescov - di collegamento in videoconferenza con il primo ministro turco Recept Erdogan per discutere del gasdotto South Stream.
Resta, però, il clima informale. Tanto che quando il Cavaliere, cappotto scuro con bavero di velluto per proteggersi dal freddo pungente, scende dall’aereo non è seguito dalla corposa delegazione diplomatica imposta in simili occasioni dal protocollo. Con lui ci sono solo pochi uomini della scorta e Valentino Valentini, deputato e consigliere del premier per le questioni di politica estera. Ad attenderlo ai piedi della scaletta - ammessi alla photo opportunity solo la Rai di Mosca e l’Ansa - c’è il premier russo Putin e il sindaco di San Pietroburgo Valentina Matvienko. Stretta di mano, un abbraccio e i due si infilano in un pulmino con i vetri oscurati, diretti nella dacia che li ospiterà alle porte di San Pietroburgo, probabilmente quella sul lago Valdai.
Una due giorni, quella di Berlusconi, che dunque non è soltanto una riunione tra amici ma anche l’occasione per gettare le basi di importanti accordi. «Diplomazia commerciale», per dirla con le parole del Cavaliere. Tanto che lasciato l’aeroporto la prima tappa è un incontro a quattro - Berlusconi, Putin, la Matvienko e Valentini - in cui si discute una joint venture per la produzione di tram leggeri nella città degli Zar. «A San Pietroburgo il 30% dei tram deve essere sostituito. Se ci sarà il sostegno dei due governi - spiega il sindaco - il progetto ha buone prospettive». D’accordo Berlusconi, secondo il quale la scelta giusta è la «creazione di una società comune».
Ma sul tavolo c’è anche il ben più importante capitolo auto, visto che - dice Putin - si parlerà anche della «cooperazione con Finmeccanica e Fiat» per «esaminare la possibilità di produrre auto e macchine agricole in una delle nostre fabbriche». E proprio un paio di settimane fa Sergio Marchionne ha firmato a Mosca due joint venture con Kamaz - il colosso russo dei camion - per produrre ogni anno circa un migliaio di macchine agricole e per l’edilizia. Finmeccanica, invece, è presente in Russia con attività in diversi settori. E nei giorni scorsi Pier Francesco Guarguaglini aveva fatto sapere che la controllata Ansaldo Sts è in attesa di una commessa da Mosca di dieci milioni di euro. Ma sul fronte Finmeccanica, attraverso la controllata Agusta, è aperto anche un altro fronte. «Vogliamo costruire in Turchia una fabbrica per la produzione di elicotteri», dice il Cavaliere.
Il dossier più corposo, però, sarà affrontato tra oggi e domani.
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