IL VERTICE DI LONDRA

nostro inviato a Londra

Mille miliardi di dollari per la ripresa. Il summit del G20 si conclude con una cifra tonda e pesante, per aiutare il mondo ad uscire dalla crisi. I mille miliardi si aggiungono ai 5mila già stanziati dai Paesi del G20 per il biennio 2009-2010 allo scopo di spingere sull’acceleratore della ripresa e salvare dalla distruzione milioni di posti di lavoro. Il «gestore» di queste risorse aggiuntive sarà, per la gran parte, il Fondo monetario internazionale, che vede triplicate - da 250 a 750 miliardi - le risorse a disposizione per aiutare i Paesi in difficoltà. Parte di queste somme, in realtà, erano state già stanziate (100 miliardi dal Giappone, altrettanti dall’Unione europea) ma si tratta comunque, a detta di tutti, di un buon risultato. Altri 250 miliardi di dollari sono destinati a finanziare crediti all’export e altri mezzi per rinvigorire il commercio internazionale. Ma il G20 non dimentica che la crisi è nata nella finanza e nelle banche. Perciò conferma l’impegno a un nuovo ventaglio di regole, per una supervisione più stretta, per una stretta decisa («dura» la definisce Giulio Tremonti ) ai paradisi fiscali, la cui lista sta per essere pubblicata dall’Ocse. Per la prima volta anche gli hedge fund, fondi d'investimento ad alto rischio, saranno oggetto di sorveglianza da parte delle autorità.

Il Financial stability forum guidato dal governatore di Bankitalia Mario Draghi diventa Financial stability board (consiglio), con nuovi compiti e maggiori responsabilità: fra queste le nuove regole che riguarderanno le retribuzioni e i bonus dei grandi manager bancari, messi sotto accusa dalla gente per la loro avidità.
Il G20 ha fiducia che le misure adottate saranno utili per la ripresa. In novembre, i ministri finanziari del Gruppo si incontreranno in Scozia per fare il punto.

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