Roma Armonizzazione delle rendite finanziarie da subito, stretta sulle pensioni di reversibilità e di invalidità, ma fa capolino anche l’anticipo dell’Imu, l’imposta municipale unica. L’operazione fabbisogno zero esce dai confini della manovra (decreto salva conti e delega fiscale) e lambisce il federalismo, in questo caso quello municipale. La tassa dei comuni doveva entrare in vigore nel 2014, ma potrebbe essere anche questa anticipata di due anni, per compensare gli ulteriori sacrifici che toccheranno agli enti locali.
Tra le altre misure emerse ieri, alla vigilia dell’incontro governo-parti sociali sull’anticipo del pareggio di bilancio che si terrà oggi pomeriggio, c’è anche l’aumento dell’aliquota dal 12,5% al 20% sulle rendite finanziarie, escludendo i titoli di Stato. È una misura che, da sola, vale due miliardi di euro e non è una novità nel senso che fa parte della delega fiscale. Non è un caso che la decisione di attuarla sia uscita ieri, a 24 ore dall’incontro tra governo e sindacati.
Oltre alla stretta sui costi della politica e alla patrimoniale (che piace a tutti i sindacati tranne la Uil) l’armonizzazione delle rendite, che porterebbe le imposte sui guadagni da investimenti finanziari allo stesso livello di quelli sugli interessi da conto corrente, fanno parte delle richieste delle organizzazioni dei lavoratori.
Un modo per bilanciare i sacrifici sulle pensioni che ormai sono dati per certi, anche se i tempi per varare la stretta, sembrano allungarsi.
All’incontro di oggi Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi illustreranno le misure di competenza dei rispettivi dicasteri. Le attese si stanno concentrando sulla previdenza, ma è possibile che il governo oggi non fornisca dettagli a sindacati e datori. «Allo stato non c’è nulla», ha precisato il ministro del Welfare, secondo il quale i conti della previdenza sono «a posto nel medio-lungo termine», mentre nel «breve faremo una verifica con le parti».
Sacconi illustrerà lo Statuto dei lavori, che - per quanto sia una legge delega e rinvii molto agli accordi tra le parti - è una prima risposta all’invito della Banca centrale europea a colmare le differenze tra i garantiti e gli atipici. Non ci saranno interventi sull’articolo 18. Una disciplina meno rigida dei licenziamenti è un’altra indicazione della Bce, ma l’unica novità del capitolo lavoro dovrebbe restare la legge per rafforzare gli accordi aziendali. Il governo intende recepire consolidare l’accordo di giugno tra Confindustria e sindacati (così come aveva chiesto, tra gli altri l’ad Fiat Sergio Marchionne) stabilendo per legge che i contratti fatti in azienda «sono efficaci per tutto il personale in forza e vincolano tutte le forze firmatarie».
Confermata anche l’accelerazione sulle privatizzazioni e liberalizzazioni, a partire da quelle dei servizi locali. «Se c’è coesione», ha spiegato il ministro agli Affari regionali Raffaele Fitto al Sole24ore, il governo è pronto a farle.
A fare chiarezza sarà anche l’audizione di Giulio Tremonti che si terrà domani mattina a Montecitorio.
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