Le decisioni definitive saranno ufficializzate giovedì a Roma, ma il primo comitato per le regionali si riunisce oggi a Milano. Appuntamento a mezzogiorno al ristorante. Secondo i primi spifferi (e a meno di defezioni dellultima ora) a partecipare alla colazione di lavoro sono attesi in sette: il presidente della Regione, Roberto Formigoni, il coordinatore regionale, Guido Podestà, e il suo vicario, Massimo Corsaro. E poi esponenti di spicco del partito, normalmente attivi a Roma, ma pronti a tornare a Milano quando si tratta di definire le cose che contano, e cioè il coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio la Russa, il ministro dellIstruzione, Mariastella Gelmini, Maurizio Lupi e Luigi Casero, coordinatori cittadini del Pdl oltre che vicepresidente della Camera e sottosegretario allEconomia.
Obiettivo numero uno: contenere lesuberanza della Lega, che vuole tre posti nel listino, ne ha chiesti addirittura sette in giunta e ha prenotato lincarico di vice per un suo uomo, che sarà probabilmente Davide Boni. Lesito finale delle trattative dipende dal risultato elettorale, ma il timore del Pdl è di perdere qualche seggio rispetto al 2005. Sia a Varese che a Bergamo e Brescia il rischio per il Pdl è di avere un consigliere in meno rispetto al 2005, mentre a Sondrio cè la possibilità che lunico eletto sia della Lega.
Le indiscrezioni raccontano che i massimi vertici del Pdl intendano indicare personalmente due esponenti del listino bloccato. Così le questioni allordine del giorno sono parecchie, a partire proprio dal listino e dalla legge elettorale, che tutti sperano di poter modificare in zona Cesarini. È probabile lintroduzione dello sbarramento al 4 per cento, per recepire la norma nazionale in approvazione. Se la soglia minima per arrivare allaula del Pirellone salirà al 4 per cento, il Pdl otterrà tre o quattro consiglieri in più, la Lega ne guadagnerà due e anche il Pd avrebbe i suoi buoni motivi per agevolare lapprovazione della norma, perché potrebbe contare su due consiglieri regionali supplementari. Con lo sbarramento al 4 per cento, secondo le proiezioni del partito, passerebbe il terzo consigliere a Varese, il quarto a Brescia, il terzo a Bergamo e forse un consigliere a Lodi.
Cè poi la questione del listino, che si lega allalleanza con lUdc. Se la maggioranza che sostiene il presidente, infatti, ottiene più del 61 per cento dei voti, la lista bloccata scende a otto nomi, che salgono a sedici in caso di risultato elettorale inferiore al 61 (lobiettivo è garantire comunque la governabilità). Anche per questo a livello locale nessuno dei partiti di maggioranza, dalla Lega al Pdl, vuole lalleanza con lUdc, che rischia di portar via posti nel listino e anche numero di eletti.
Lalleanza con il partito di Casini, comunque, è una questione che potrà essere sciolta solo a livello nazionale. È possibile, infatti, che in cambio di un sostegno dellUdc al Sud si mantenga lalleanza anche in Lombardia.
È possibile che il problema sia risolto alla radice, modificando la legge sul listino bloccato, in modo da fissare a sedici gli eletti scelti dai partiti sin dai blocchi di partenza.
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