RomaI vescovi guardano con «rispetto e attenzione al processo verso il federalismo che democraticamente il popolo italiano persegue». Lo ha detto ieri il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, durante la conferenza stampa conclusiva dei lavori del Consiglio permanente, il «parlamentino» dei vescovi italiani.
«Mi sembra - ha detto Crociata - che si tenda a un equilibrio tra esigenze dellunità e della solidarietà, e consideriamo i vantaggi e limportanza di quei passi verso il federalismo che si sono compiuti e si stanno compiendo: si tratta di un processo di riforma da contemperare con lunità del Paese, con un equilibrio che contribuisca alla crescita e al cammino comune dellItalia». Il segretario della Cei ha però lanciato lallarme sul «clamoroso silenzio» che avvolge la «questione meridionale», pur in presenza «di preoccupanti segnali di crisi». «La questione meridionale - ha spiegato - purtroppo continua a essere delicata, con problemi gravi, ancora vivi e presenti». Crociata ha citato i problemi delle amministrazioni locali del Sud, il «poco senso civico», il «rapporto con il resto della nazione, la distribuzione degli investimenti, lemigrazione delle giovani generazioni verso il Nord», ma anche il problema «dellesercizio della responsabilità pubblica e amministrativa nelle regioni e negli enti locali meridionali».
Per quanto riguarda limmigrazione, il segretario della Cei è intervenuto sul tema della cittadinanza, senza esprimersi direttamente nel merito, ma chiedendo attenzione per le esigenze degli immigrati: «Posto che limmigrazione è un fenomeno di grande proporzione, lattenzione alle esigenze di integrazione è imprescindibile, secondo tempi, condizioni e modalità che vanno responsabilmente colte e accompagnate». Lo scopo, ha aggiunto, è che lintegrazione avvenga «nella salvaguardia del bene di tutti, dellevoluzione della società italiana e della presenza di coloro che si inseriscono in questa società come immigrati per diventare, avendone le condizioni, anchessi cittadini italiani». Monsignor Crociata ha poi detto che uneventuale commercializzazione in Italia della pillola abortiva Ru486 «rischia di riportarci indietro» e di diffondere «una banalizzazione dellaborto»; ha definito «un punto di equilibrio significativo» la legge sul fine vita.
Per quanto riguarda i progetti per il «grande centro», il vescovo ha glissato, rispondendo di non essere «un segretario di partito» e ricordando che «gli italiani decidono le forme che ritengono più opportune per formare i governi». Infine, sul caso Boffo, Crociata ha ribadito che i vescovi non intendono farsi intimidire e ha espresso «amarezza per lallarmante degrado del vivere civile».
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