Vestiti "made in China": è ancora allarme tossicità

Dopo i dentifrici, le scarpe e i giocattoli, adesso tocca ai vestiti essere messi sotto accusa. Secondo l'Aduc gli abiti "made in China" contengono livelli di formaldeide 900 volte superiori al consentito

Vestiti "made in China":  
è ancora allarme tossicità
Pechino - Dentifricio all'anticongelante, giocattoli verniciati al piombo, le scarpe al cromo. L'allarme sui prodotti made in China non si è ancora fermato. Adesso tocca ai vestiti alla formaldeide. Lo fa sapere l’Aduc in una nota, riportando una notizia che arriva dalla Nuova Zelanda dove, durante una trasmissione televisiva, sono stati resi noti i dati di una indagine sulla quantità di formaldeide nei tessuti di indumenti provenienti dalla Cina.

900 volte superiore ai livelli consentiti I livelli di formaldeide "accertati dalla ricerca, sono 900 volte maggiori di quelli consentiti dall’ Oms, l’Organizzazione mondiale

della sanità. "Si pensi - sottolinea la nota - che 2 volte significa un aumento del 100%. I valori limite dell’Oms sono di 20 parti per milione, mentre nei tessuti sono stati trovati valori fino a 18mila parti per milione".

La formaldeide è cancerogena L’Aduc rileva quindi che "la formaldeide è un cancerogeno e può provocare irritazione delle mucose degli occhi, delle prime vie aeree e irritazione della pelle". La formaldeide "è usata come antimuffa e per mantenere la piega degli indumenti". Nel 2006 il 22,4% di capi di abbigliamento utilizzato in Italia proveniva dalla Cina (+22% rispetto al 2005), mentre i prodotti tessili ticcavano quota 19% (+31% rispetto al 2005). L’associazione dei consumatori consiglia comunque di lavare e ventilare i tessuti prima di indossarli. L’Aduc, inoltre, annuncia di aver inviato una lettera ai ministri della Salute, Livia Turco, e dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per saper se anche in Italia siano state fatte analisi dei tessuti provenienti dalla Cina e quali siano i risultati.
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