La manifestazione del 25 aprile? Non c’è stato alcun problema di ordine pubblico. Così il prefetto Gian Valerio Lombardi, al termine del Comitato per l’ordine della sicurezza ha difeso l’operato del questore Indolfi e della forze dell’ordine durante il corteo di piazza Duomo. Così il sindaco, fischiata duramente sul palco, ieri pomeriggio ribadiva il concetto - nessun disordine il 25 aprile - cercando di gettare acqua sul fuoco delle polemiche. «Non c’era nulla da chiarire visto che nella nostra città non ci sono stati incidenti, a differenza di altre città. Ho ringraziato le forze dell’ordine e chi le guida per l’impegno grandissimo che hanno messo anche per il 25 aprile». Nonostante le critiche lanciate sulla gestione della sicurezza all’indomani dei tafferugli in piazza, il sindaco sceglie la linea morbida e tenta di smorzare i toni.
Arrivata a Palazzo Diotti con piglio deciso, la Moratti nel primo vis à vis utile con prefetto e questore, dà inizio al vertice avanzando perplessità sull’operato delle forze dell’ordine: oltre ai fischi e alle contestazioni, al grido di «fascisti» piovute sul sindaco e sul presidente della Provincia, ma che non hanno risparmiato nemmeno i reduci dei lager, quel camioncino del centro sociale arrivato fin sotto il palco non è proprio piaciuto ai rappresentanti delle istituzioni. «Il questore ci ha spiegato - ha riferito Lombardi - la necessità di far avanzare quel camion per permettere al corteo di defluire e ai manifestanti di passare con facilità, ma non spetta alle forze dell’ordine fermare i fischi e le contestazioni, come non rientra nei loro compiti sedrae i litigi tra moglie e marito».
Terminato il j’accuse, i toni si smorzano ma è ancora presto perché torni il sereno: l’atmosfera è tesa tra i partecipanti al tavolo. Non è piaciuta a molti la decisione di Comune e Provincia, che hanno deciso di partecipare al corteo nonostante nella riunione dei vertici Pdl del 12 aprile a casa Moratti fosse stata concordata una linea diversa. Se le istituzioni, seguendo l’esempio del Quirinale, non si fossero presentate in piazza, si sarebbe tolto ai manifestanti, soprattutto alla sinistra estrema, il bersaglio delle contestazioni. Ma a rispettare il patto è stato solo Formigoni. Si possono leggere in questa chiave allora le parole del coordinatore nazionale del Pdl Ignazio la Russa il giorno seguente: «Moratti e Podestà non sarebbero dovuti andare in piazza».
Dissolte le polemiche, ma non la paura di nuovi e più violenti scontri: annullato il torneo di calcetto in ricordo di Sergio Ramelli previsto al Palalido il 2 maggio, contro cui il centro sociale Cantiere, protagonista delle contestazioni di domenica scorsa, ha già annunciato battaglia. Confermate, invece, le due manifestazioni previste per sabato, quella della mattina dei sindacati e la «May day parade» la festa del precariato indetta dai centri sociali per il pomeriggio.
Questioni di ordine pubblico hanno convinto una volta di più il sindaco a non concedere la deroga per l’apertura dei negozi il 1 maggio, nonostante l’indicazione opposta di due giorni fa. «Avevo detto che avrei preso la decisione dopo la riunione con i sindacati di martedì e dopo aver fatto il punto con questore e prefetto: ora che il quadro è completo ho deciso di non concedere la deroga ai negozi, ad eccezione dei mercati scoperti.
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