Vettel domina, Alonso pasticcia, la Rossa c’è

La Malesia dice che la Red Bull resta di un altro pianeta ma non è più quello lontanissimo dal fioco sole ferrarista. Se prima era Plutone, ora è Mercurio. Perché E.T. Vettel vince tranquillo ma non tranquillissimo, mentre prosegue il tormentone kers (l’ha usato al via e ogni tanto in gara, ko quello di Webber). E perché le McLaren, stavolta con Button mago delle gomme, stanno addosso al tedesco. Probabilmente, senza l’errore del box inglese al secondo pit di Hamilton, gomme dure anziché morbide come gli altri, Lewis sarebbe stato della partita. E perché stesso discorso vale per Alonso: se lo spagnolo partito così così, al giro 46, in lotta per il 3° posto, non avesse tamponato Lewis, ora festeggerebbe un podio.
La Malesia senza pioggia ha però dato spettacolo soprattutto grazie alle gomme che improvvisamente mollavano i piloti che le avevano maltrattate. Da qui, il recupero di Alonso proprio su Hamilton e l’errore di Petrov che, volando su un cordolo, è rimasto col volante in mano. Mica bello. Ha invece marcato visita l’ala mobile. Avrebbe dovuto garantire sorpassi sul lungo rettilineo, ma sul più bello non funzionava.

Come per Alonso proprio in lotta con l’inglese. Ma le Ferrari migliorano. Si stanno avvicinando, studiando durante il sabato gli assetti incuneati di Red Bull e McLaren. Manca l’ultimo passo, il più grande: l’ala mobile.

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