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Un viaggio leggero tra i «colori» della musica

Il volto ottocentesco, il sorriso sornione, la camminata dinoccolata, l’eleganza ricercata. E poi il talento pianistico, una robusta formazione classica, l’amore per le atmosfere jazzy, la lunga gavetta, l’infinita odissea di esibizioni live, consumate per anni nei piccoli locali della penisola, fino all’esplosione in occasione del Festival di Sanremo del 2003.
L’identikit è inconfondibile. E svela, pezzo dopo pezzo, il volto e la musica di Sergio Cammariere, il pianista-cantante entrato in pianta stabile nell’empireo dei grandi della musica italiana. Un artista che appare ormai immune dai venti variabili delle mode ma è ormai entrato nel cuore del suo pubblico, pronto ad accoglierlo martedì sera alla Cavea dell’Auditorium del Parco della Musica di Roma, una data per la quale sono ancora disponibili biglietti (Cavea inferiore 35 euro, Cavea superiore 25 euro, Cavea superiore laterale 15 euro).
Un’occasione per riascoltare il suo ultimo lavoro Il pane, il vino e la visione, il suo terzo disco dopo i precedenti Dalla pace del mare lontano e Sul sentiero, anch’esso scritto con l’amico cantautore Roberto Kunstler e con la partecipazione di Pasquale Panella per il brano Le cose diverse.
Un album - undici canzoni e due brani strumentali - che attraverso brani come Non mi lasciare qui, Malgrado poi, Tra i miei segreti, Il pane il vino e la visione, Gli angeli siamo noi, Settembre, Le cose diverse realizza un vero e proprio viaggio attorno al mondo musicale, partendo dal jazz, passando per la musica italiana e francese, abbracciando ritmi e colori brasiliani e latini, con un gusto raffinato e funzionale negli arrangiamenti orchestrali. Un melting pot di musica etnica, ritmi e colori brasiliani che rappresenta il suo marchio di fabbrica e rende le sue canzoni sempre levigate e limate dalla raffinatezza del suo istinto musicale.


Con lui, ancora una volta, ci sarà la sua «famiglia musicale», quel ristretto gruppo di musicisti che lo seguono da sempre e con lui sono cresciuti attraverso le centinaia di esibizioni live, ovvero Luca Bulgarelli al contrabbasso; Amedeo Ariano alla batteria; Simone Haggiag e Bruno Marcozzi alle percussioni; Fabrizio Bosso (reduce anche dal successo ottenuto con Mario Biondi pochi giorni fa sempre all’Auditorium) alla tromba; Gabriele Mirabassi al clarinetto. Una squadra che si conosce a memoria ed è in grado di assecondare gesto e improvvisazioni di un artista che vuole regalare vita originale alle sue canzoni in ogni appuntamento «live».

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