In viaggio da Roma a Parigi su un aereo a rischio bomba

Allarme terrorismo Una giornalista narra una giornata su un volo sospetto

Ore 9.50, aeroporto Charles De Gaulle, volo Alitalia operato da Air France. Un volo come tanti, con i soliti 10 minuti di ritardo. Il resto tutto regolare. L'aereo è al completo, si terminano le ultime procedure e si chiudono le porte. Alcuni passeggeri vengono dal Brasile o dal Venezuela, abbronzati, rilassati; altri direttamente da Parigi, magari per un appuntamento di lavoro. Pista di decollo, pochi istanti e l'aereo è in quota, almeno così pare. Dopo qualche minuto passano le hostess per lo snack ma qualcosa non va.
Iniziano subito a ritirare bicchieri e vassoietti vuoti. L'aereo si abbassa e rallenta, dopo qualche minuto l'annuncio: si effettuerà uno scalo di emergenza all'aeroporto di Lione, per un controllo tecnico di sicurezza. Tutto l'equipaggio è calmissimo, anzi, scherza, ride e fa battute. Anche a chi chiede informazioni le hostess rivolgono sorrisi rassicuranti e allargano le braccia perché proprio non sanno nulla, i piloti hanno detto solo che si deve scendere a terra. Dopo qualche girotondo sopra Lione, l'atterraggio, liscio, pulito, senza scossoni. Poi un altro annuncio: i passeggeri devono portare con sé i bagagli a mano e scendere perché devono essere controllati una a uno. Un po’ scocciati tutti scendono, uno dopo l'altro, ma lo spettacolo che si offre ai primi che si affacciano sulla scaletta è tutt'altro che rassicurante: forze dell'ordine dappertutto, cani speciali, poliziotti con tanto di caschi e bombole, auto e furgoni della sicurezza e lì, sulla sinistra della scaletta due-tre uomini - la carnagione è scura - con le manette ai polsi. Passeggeri anche loro. Da lì a qualche minuto saranno portati via, forse al posto di polizia dell'aeroporto. Arrivano un paio di navette speciali, per portare gli altri all’interno dell'aeroporto. Lì vengono ritirati i passaporti, ognuno viene perquisito accuratamente - con tanto di palpazione corporale - e ogni bagaglio a mano viene aperto e fatto annusare dai cani poliziotto. Finalmente il responsabile dei controlli spiega agli ignari viaggiatori che si tratta della loro sicurezza, che è necessario rimanere lì finché tutto l'aereo e i passeggeri (in particolare i fermati) non saranno controllati e finché non ci sarà il via libera della polizia. Solo dopo si potrà procedere all'imbarco su un altro aereo proveniente da Parigi. Tutto non si risolverà prima delle 18. Sono dispiaciuti per l'inconveniente ma prima di tutto viene l'incolumità dei passeggeri. Stranamente non c'è panico, forse perché le persone solo ora iniziano a comprendere lo scampato pericolo. C'è chi mangia qualcosa, chi fa conoscenza con i compagni di sventura e c'è chi ne sa più di altri. Perché l'aereo è partito nonostante tutto? Perché l'atterraggio solo dopo un'ora di volo? Sembra che subito dopo il decollo sia arrivata una telefonata anonima all'aeroporto Charles De Gaulle per segnalare la presenza di un ordigno esplosivo sull'aeromobile. L'aereo infatti non ha mai raggiunto la quota stabilita per paura che la bomba fosse una di quelle programmate per esplodere a una determinata altitudine. Subito dopo la decisione di scendere a terra.

Semplici ipotesi o verità?Dopo 5 ore finalmente l'annuncio dell’arrivo di un aereo per Roma, proveniente da Parigi delle 16.05, fatto atterrare appositamente. Prima però un'ultima accortezza: ognuno deve riconoscere il proprio bagaglio imbarcato. L'atmosfera è surreale ma alla fine alle 18 tutto è a posto, si può partire, destinazione: Roma.

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