Il viatico degli industriali: «Ma adesso meno tasse»

nostro inviato a Santa Margherita Ligure (Genova)

Dopo la «speciale sintonia» con le posizioni del Vaticano testimoniata dall'incontro tra Silvio Berlusconi e Benedetto XVI di venerdì mattina, il presidente del Consiglio ieri a Santa Margherita Ligure ha visto ancora una volta certificato il consenso e il gradimento della platea confindustriale dei Giovani imprenditori.
Il premier è stato accolto da un'ovazione e i passaggi del suo discorso sono stati più volte sottolineati dagli applausi e anche l'episodio legato al lieve malore è stato seguito con trepidazione dai partecipanti. Ma c'è qualcosa che va ben oltre l'applausometro di giornata e che costituisce il succo della due giorni ligure: un feeling tra Palazzo Chigi e Viale dell'Astronomia di proporzioni superiori a quelle del 2001.
Ciò che infatti potrebbe sorprendere è la calorosa accoglienza riservata agli altri due ministri che hanno calcato il palco di Santa Margherita. Renato Brunetta ha scatenato applausi a scena aperta auspicando una riforma del sistema dei contratti che metta insieme settore pubblico e settore privato, ma ha ottenuto manifestazioni di approvazione promettendo maggiore trasparenza in tutti i settori del pubblico impiego e anche quando ha chiesto agli industriali di non essere «autoreferenziali». Idem per Maurizio Sacconi. Il ministro del Welfare è stato apprezzatissimo non solo annunciando una deregolamentazione preziosa per il sistema, ma anche come fautore della partecipazione dei dipendenti agli utili.
Per tornare a Berlusconi che ha «osato» parlare di tasse in casa dei tartassati. «Per pagare tutti meno tasse, bisogna che tutti le paghino e quindi dobbiamo continuare la lotta all'evasione fiscale», ha detto senza sollevare polemiche o boati di disapprovazione.
Che cosa passa tra lo sgradimento del tandem Prodi - Padoa-Schioppa a questa nuova epoca? La differenza sta in quella che un tempo sarebbe stata chiamata «strategia dell'attenzione»: un riguardo speciale alle esigenze concrete delle singole parti. Prova ne è l'invito rivolto alla presidente dei Giovani imprenditori Federica Guidi affinché la «piena collaborazione» si possa declinare fattivamente.
Il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, a margine dell'evento ha ricordato come nel Nord molto spesso siano gli stessi operai a chiedere di lavorare di più se hanno particolari esigenze personali come un matrimonio oppure un mutuo e che bisogna far sì che questa cultura si diffonda in tutto il Paese. Il premier tutto questo lo sa così come sa che una parte del sindacato darà battaglia su qualsiasi provvedimento che considererà negativo. Ma l'aver parlato di tasse, l'aver accennato alla sua condizione con un «sto come si può stare con una situazione di caro petrolio così», i riferimenti di Sacconi alle categorie più svantaggiate (pensionati e madri con figli) simboleggiano la volontà di non farsi schiacciare nella morsa Confindustria-sindacati che ha finito con lo stritolare il precedente inquilino di Palazzo Chigi. La buona notizia, da un lato, è che il popolo di Viale dell'Astronomia con il suo abbraccio caloroso ha accettato di correre il rischio.
Ecco, se si dovesse inventare uno slogan per descrivere la «speciale sintonia» tra il governo Berlusconi e Confindustria sarebbe «fine della lotta di classe», parole e opere che mirano alla collaborazione tra dipendenti e datori di lavoro. Non a caso sia Brunetta sia Sacconi vi hanno fatto riferimento.
E se anche il petroliere Alessandro Garrone non ha puntato i piedi sull'annunciata «Robin Hood tax» che potrebbe minacciarne i profitti asserendo che «bisogna vedere cosa farà Tremonti dal punto di vista tecnico» qualcosa è veramente cambiato. La Confindustria di Emma Marcegaglia e Federica Guidi ha molto apprezzato la detassazione degli straordinari e ora si attende nuovi contratti e soprattutto una riduzione della pressione fiscale.

Il compito non è facile ma quando tante braccia si alzano se Berlusconi chiede aiuto per Alitalia si può ritenere che le premesse siano ottime. E il Cavaliere sa di non di poter e dover sbagliare: «Siamo in luna di miele, ma se vi deludiamo cosa succede?...».

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