Sabrina Cottone
«Mi compiaccio perché abbiamo discusso per due ore di cose elevate». Parola di Ignazio la Russa alla fine della cena di lunedì scorso con Letizia Moratti, Maurizio Lupi, Dario Vermi e Massimiliano Orsatti. Assente solo lUdc, ma per motivi di numero legale in consiglio comunale. Un vertice della Casa delle libertà con lobiettivo di mettere a punto calendari e programmi: e così si è deciso (tra le altre cose) di scegliere cinque o sei rappresentanti di ciascun partito per mettere giù le priorità e le proposte sui temi principali, dallurbanistica al traffico allambiente al sociale alla scuola. Cristiana Muscardini, coordinatore regionale della Lombardia di An, propone di dar vita a un programma comune di informazione sulla riforma scolastica, punto di forza dellopera del ministro Moratti, e aggiunge: «I partiti restano lo strumento democratico che garantisce ai cittadini di partecipare e verificare che ogni iniziativa sia sempre presa in modo trasparente».
Insomma, un dibattito di idee. Ma le idee, si sa, camminano sulle gambe degli uomini e così è inevitabile la discussione su chi dovrà portarle avanti una volta riconquistato Palazzo Marino. Letizia Moratti farà una lista civica composta da professionisti, professori, notai, avvocati, ma gli alleati di Forza Italia la considerano unazzurra a pieno titolo e così rivendicano il vicesindaco.
Spiega Ignazio la Russa, capogruppo di An alla Camera e esponente di spicco del partito a Milano: «Forza Italia ha avuto la prerogativa di scegliere il sindaco e glielabbiamo attribuita senza difficoltà. È accaduto con Albertini e adesso con la Moratti». Il passaggio successivo si deduce quasi automaticamente: «Il vicesindaco toccherà alla coalizione che raccoglierà il maggior numero di voti. Se rimaniamo il secondo partito, è ovvio che sarà di An». È accaduto con Riccardo De Corato («che poteva essere il candidato sindaco se si fosse scelto un politico») e secondo La Russa è inevitabile che torni a accadere dopo le elezioni, amministrative e politiche: «Il peso dei partiti si considererà sul doppio risultato».
Un ragionamento molto simile arriva dalla Lega, convinta di essersi già sacrificata nella composizione della giunta regionale e di aver in qualche modo diritto a una compensazione. «Non ci va bene il fatto che si dia per scontato un diritto di dinastia di An» spiega il segretario provinciale, Massimiliano Orsatti.
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