Il videogame della settimana: "Il testamento di Sherlock Holmes"

La saga ispirata al popolare detective inglese creato di Sir Arthur Conan Doyle è giunta ormai al sesto capitolo raccogliendo un buon gruppo di seguaci

Il videogame della settimana: "Il testamento di Sherlock Holmes"

Elementare Watson. Beh, mica tanto. Almeno a giudicare gli enigmi contenuti nel nuovo Il Testamento di Sherlock Holmes, sviluppato da Frogwares e distribuito da Halifax. La saga ispirata al popolare detective inglese creato di Sir Arthur Conan Doyle è giunta ormai al sesto capitolo raccogliendo un buon gruppo di seguaci. Tutto parte con un misterioso manoscritto trovato, in soffitta, da tre ragazzini. Le pagine contengono il resoconto dell’ennesima indagine condotta dai due inquilini di Baker Street che inizia dal ritrovamento, da parte di Holmes, di una preziosa collana (la scena funge da prezioso tutorial per far pratica con i comandi del gioco). In realtà, si scopre subito dopo che il gioiello restituito al legittimo proprietario è falso, con in più la stampa che non perde occasione per scagliarsi contro il detective accusandolo, senza mezzi termini, di furto. Nel frattempo, viene trovato il cadavere di un alto prelato orribilmente mutilato. Indovinate chi dovrà risolvere i due casi?

Dal punto di vista dei comandi, il gioco è abbastanza semplice. Avvicinando Sherlock ad un particolare oggetto vi comparirà una lente con la quale ascoltare ciò che l’indagatore ha da dirvi. Il difficile, semmai, è avere confidenza con le deduzioni, annotate in un diario, che vi offrono varie possibilità di scelta. Dovrete, ovviamente, combinarle in modo logico per andare avanti nel gioco perché senza la formulazione corretta della conclusione resterete impantanati nell’indagine. Va detto che in alcuni momenti diventi davvero difficile, pur con tutte le informazioni raccolte, trovare, con il fiuto, la giusta soluzione. Il che vi costringerà a provare varie combinazioni fino a quando non troverete l’incastro giusto. Altro grosso problema è dato dagli enigmi, non a caso veri rompicapo. Alcuni fileranno via che è un piacere ma per gli altri, senza l’aiuto del «senso di Sherlock Holmes» c’è il rischio di restare bloccati nell’avventura. Del resto, se il gioco fosse così facile ed immediato perderebbe molto del suo indiscusso fascino.

Parlando con i vostri interlocutori avrete poi la possibilità di scegliere quale domanda fare per ottenere le info che vi necessitano. Attenzione, quindi, a valutare bene che tattica usare anche perché la grafica (non eccelsa, purtroppo) di chi vi sta di fronte non vi aiuterà ad intuire se trattasi o meno di bugiardi.

Gustoso è anche il laboratorio chimico che vi permetterà di analizzare gli oggetti raccolti nel corso dell’indagine mentre da segnarsi il fatto che l’autosalvataggio non è purtroppo presente.
In conclusione, un titolo con una difficoltà generale eccessiva che, d’altro canto, può rappresentare anche la sua chiave più appetibile per chi è alla ricerca di sfide impegnative.

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