Viene dal futuro la Ducati della riscossa

Ad Assen debutta la Gp11.1 col super cambio derivata dalla Gp12. Vale: "Ora tocca a me". MotoGp: sabato si corre il Gp d'Olanda

Viene dal futuro la Ducati della riscossa

È la moto che deve cancellare Silverstone, i secondi di distacco, Valentino nelle retrovie, lontano, troppo lontano da tutto ciò a cui era abituato e ci aveva abituati. Come un software di nuova generazione, nasce la versione due punto zero della Desmosedici, della Gp11 che tanto ha fatto fin qui soffrire i tifosi e tormentato il Dottore nostro delle corse. Valentino non parla di moto rifatta, parla di «aggiornamenti molto promettenti», Valentino dice che «Filippo Preziosi» il papà della Rossa, e «i ragazzi in Ducati, il test team, hanno fatto un gran lavoro». Valentino sottolinea che dovranno «essere bravi in pista», lui e i suoi meccanici, «a utilizzare al meglio il lavoro fatto a casa» perché «sarà dura» all’inizio, «sappiamo che potrà volerci un po' per arrivare a sfruttare il potenziale di tutto il pacchetto, però siamo contenti e motivati per quanto fatto e stiamo facendo».

Valentino sa. Rossi sa che se rivoluzionare è impresa dura, costosa, pesante sempre e ovunque per qualsiasi Casa, lo è ancora di più per la Rossa che segue vie originali, affascinanti, diverse. E infatti così è stato. La Ducati, viste le ottime impressioni di guida di Vale e dello stesso Nicky Hayden, dopo aver testato la 1000 Gp12 del prossimo anno, come in un ritorno al futuro di hollywoodiana memoria ha lavorato in segreto e per due mesi nel trasferire tutto il bene visto e notato sulla 1000 nella bistrattata 800 cc. Per cui, della Desmosedici Gp11 così come la conoscevamo resta davvero pochino: in Olanda, ad Assen, in pista da giovedì (il Gp si corre di sabato come tradizione vuole fra i mulini a vento), non vedremo più la Gp11, bensì la gp11.1 - questo il nome -. Avrà, fra le altre novità importate dal futuro scritto e pensato per la Gp12, nuovo telaio, nuovo motore (il propulsore Ducati è portante, fa parte del telaio, da qui l’incredibile sforzo di riprogettazione per adattarlo alle soluzione della Gp12), nuovo forcellone, avrà persino il magico cambio simile a quello che fa volare la Honda, quello superveloce che ha praticamente azzerato le perdite di tempo fra cambiata e cambiata. Un progetto, questo, a cui a Borgo Panigale lavoravano dallo scorso anno.

La rivoluzione di Rossi e della Rossa parte da questo ritorno al futuro.

Un viaggio nel tempo durato due mesi, sessanta giorni in cui i tecnici italiani hanno dato l’anima per rimettere in careggiata la nazionale rossa dei motori. Ora tocca al Dottore completare l’opera. Ne ha una gran voglia

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