da Montecarlo
«La coltellata finale!». Potrebbe essere il titolo di un racconto di Salgari invece è la definizione che Guillermo Vilas ha dato alla misteriosa malattia che sembra aver contagiato Roger Federer. Il campione di tennis che appariva intoccabile, al di là dei problemi procuratigli dalla mononucleosi, in questo inizio stagione, sta lottando per ritrovare la propria invulnerabilità. «Federer è fuori forma. Il n.1 del mondo non vince più»: queste sono le voci che circolano in un mondo fatto di tanti giovani avvoltoi della racchetta che prendono fiducia appena i più forti sono fuori forma.
«Quello di Federer non è un problema fisico - spiega Guillermo Vilas che ho incontrato al tirage à sort del torneo di Montecarlo - è un male di cui hanno sofferto molti campioni». Largentino mi fa lesempio che ritiene più classico, quello dei grandi toreri della storia. Imbattibili fino a quando, per un motivo misterioso, tutto di un colpo persero la certezza e il «killer instinct» ovvero ciò che li aveva resi famosi. «Roger Federer, con il quale ho parlato a lungo - afferma Guillermo - ha smarrito il suo feeling con la morte, sportiva sintende». Vilas sottolinea come allimprovviso il giocatore più forte sembra diventato incapace di infliggere la stoccata decisiva alle sue vittime. Si tratta di un fatto misterioso che non riguarda tanto la bravura degli avversari quanto la perdita delle proprie certezze. Il campione argentino che detiene ancora due straordinari record dellera moderna (il primo costruito su 56 partite vinte sulla terra in una sola stagione, cifra che Nadal ha raggiunto giocando due anni di fila e il secondo fatto da 14 tornei conquistati nel corso di 12 mesi, numeri difficilmente eguagliabili, roba da capogiro) conosce bene largomento, difatti si confessa: «Ad un certo punto della mia fantastica carriera anchio mi sono accorto di aver smarrito la coltellata finale».
Nello sport come nella vita si alternano periodi positivi a momenti infausti e Vilas li superò rimettendosi in gioco: «Ricordo che alla fine degli anni Settanta - racconta - chiesi agli organizzatori di lasciarmi disputare le qualificazioni per entrare nei tornei, privilegio che mi spettava di diritto. Lultima volta accadde ad Anversa dove lottai al primo turno contro Mansur Barani, battendolo soltanto al terzo set, poi vinsi in finale contro John McEnroe».
Per guarire la sua «malattia» Vilas si era rivolto a un bravo psicologo che gli aveva fatto lesempio di un guidatore: «Cè gente che guida lautomobile in modo spericolato, troppo sicuro e disinvolto. Schivano ostacoli, appaiono spavaldi. Poi, allimprovviso accade un incidente e da quel momento il guidatore non solo perde sicurezza ma di incidenti rischia di averne cento, trasformandosi in un soggetto al volante estremamente pericoloso». Per tornare a Federer posso dirvi che tempo fa erano corse voci secondo le quali il campione svizzero non avrebbe giocato il torneo di Montecarlo, a rafforzarle sabato sera nelle redazioni sportive era arrivata anche unAnsa che confermava il suo ritiro. Notizia che ieri ha serpeggiato persino sulle eleganti terrazze del Country Club, dove i Vip fanno colazione, nonostante gli organizzatori si affannavano a smentirla. Federer in verità aveva cancellato il volo di linea ma si era affrettato a noleggiare un aereo privato che lo avrebbe portato a Nizza, con tutta la sua corte. A questo punto, secondo Vilas, si tratta di vedere quanto tempo gli occorrerà per ritrovare se stesso. Una cosa è certa: come tutti coloro che credono nelle scaramanzie il campione svizzero, giorno dopo giorno, sta modificando tutto ciò che può nella sua vita ai fini di imboccare il cammino trionfale verso Roland Garros. Ha preso José Higueras come allenatore, scelta che può apparire discutibile, ma è una novità. A Roma non abiterà più allHotel de Russie al quale ha preferito lHasler ed ha cambiato anche lalbergo dove stava lanno scorso a Parigi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.