Camoranesi solo davanti a Casillas, destro respinto. Neppure un minuto e Cannavaro alza un pallone di testa che Villa appena dentro l’area aggredisce con un sinistro che si infila all’incrocio di destra della porta di Buffon: Spagna-Italia 1-0. A Elche per affrontare una superSpagna che non perdeva da 16 mesi, l’Italia esce a testa alta. È una Spagna che merita rispetto, e ne riceve tantissimo. La prima considerazione è che sembrano lontanissimi i tempi delle amichevoli urticanti degli azzurri, l’Italia del calcio sa stare in campo anche quando in palio non c’è nulla tranne l’orgoglio di andare in giro con quattro stellette sulla maglia da campioni del Mondo.
Davanti alla sua gente la Spagna carica subito, Iniesta, Silva, Xavi e Fabregas lavorano moltissimo, tanti palloni toccati una, due, tre, dieci volte, ma senza guadagnare troppo terreno. Gli azzurri quando attaccano invece sono molto più puliti, sprecano poco o niente, vanno giù duri e dritti in verticale con Toni terminale di ogni azione. Non è un’italia spettacolare ma è sufficiente per mettere subito un po’ di paura ai ragazzi di Aragones il saggio che lascerà subito dopo gli europei.
Sono azioni che mettono in allarme, la bella gioventù spagnola inizia a preoccuparsi, al 12’ su calcio di punizione, Toni sale, lo stacco e la torsione sono perfetti, Casillas fulminato sulla riga di porta, è un bel gol che l’austriaco Stucklic annulla per un fuori gioco di Cannavaro, dalla parte opposta della porta e assolutamente ininfluente. La segnalazione è ineccepibile ma onestamente mette addosso una gran rabbia. Sarebbe magari immeritato il vantaggio azzurro perché la Spagna lavora male, ma lavora. Attorno al quarto d’ora gli azzurri prendono in mano la partita e reggono il gioco, Toni fa un gran movimento e sembra incontenibile, Casillas a volte incerto, dall’altra parte Buffon inoperoso: possibile sia tutta qui la Spagna?
Infatti eccola, la spinta arriva da Torres che Materazzi attende in zona pronto a rifarsi. La punta del Liverpool a circa dieci minuti dall’intervallo sfrutta al meglio una sponda di Silva, palla schiacciata di testa al centro dell’area, sinistro che impegna a terra Buffon.
La Spagna si vede a tratti, ma l’Italia quando prende il gioco è armonica, si distende con calma, coinvolge tutti gli uomini sul campo, la manovra è pulita con licenze: colpi di tacco, passaggi senza guardare, passaggi nel vuoto, spazi coperti con sagacia.
Non stanno dando lezioni di calcio gli azzurri, ma riescono a respirare e a non farsi schiacciare dagli spagnoli che inseguono da anni un risultato di prestigio. Sul finire del primo tempo ci prova Fabregas con un destro dalla distanza, Buffon si distende e mette in angolo: palla non semplicissima da controllare.
Meglio l’Italia, scende Grosso, la mette in mezzo, arriva Camoranesi che ci mette il piattone e coglie la traversa clamorosa: sono passati pochissimi minuti dall’inizio della ripresa, lo stadio di Elche vorrebbe applaudire, si limita a trattenere il fiato. Cannavaro sta mostrando un altro volto agli appassionati della Liga e ai compagni del Real, Materazzi ha sistemato Torres senza neppure esagerare, Grosso sembra rigenerato, De Rossi e Pirlo due centrocampisti bassi che ora non si trovano in nessun altra nazionale, Toni un terminale letale, e quando gira male sulla strada si presenta Gianluigi Buffon.
Ci sarebbe da preoccuparsi, le spedizioni azzurre vincenti sono sempre state caratterizzate da grandi fatiche e polemiche alla vigilia. Qui per ora nulla. Sarà probabilmente per questo che la federazione tiene vivo il pacco del contratto al ct.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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