Monza, 29luglio1900: quattro colpi di rivoltella sparati dall’anarchico Gaetano Bresci echeggiano tra la folla assiepata intorno alla vettura di Umberto I di Savoia. Tre vanno a segno e uccidono il secondo sovrano del Regno d’Italia. La consorte Margherita, che lo attendeva nella Villa Reale, a pochi passi dal luogo dell’attentato, si vede riportare indietro un cadavere e piomba nello sconforto. Da allora la villa di Monza, donata da Vittorio Emanuele II al figlio Umberto e a Margherita per il loro matrimonio nel 1868, non sarà più residenza reale e insieme ai suoi battenti si chiudono un secolo e,per l’Italia, tutta un’epoca.
Monza, 29 luglio2011: nell’ambito dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità vengono aperti al pubblico per la prima volta (fino al 30 settembre 2012) gli appartamenti del piano nobile della Villa. L’occasione è la mostra «Regina Margherita», ideata da DnArt (www.fondazionednart.it) e curata da Elena Fontanella, che inaugurerà ufficialmente il 12 settembre. Progettata da Giuseppe Piermarini a fine Settecento, la Villa divenne sotto i Savoia uno dei luoghi di svago preferiti dai sovrani. Umberto e Margherita vi soggiornavano volentieri: il re vi ritrovava ricordi d’infanzia (senza disdegnare scappatelle nell’adiacente dimora dell’amante ufficiale, la duchessa Eugenia Litta Bolognini), mentre la regina, che amava l’arte e la cultura, ne fece un palcoscenico del proprio mecenatismo. Qui si circondava di intellettuali e artisti, qui diede espressione al proprio raffinato gusto estetico promuovendo interventi strutturali e decorativi.
Non è un mistero che Margherita abbia stabilito fin da subito un legame profondo con la reggia monzese, che definì «casa nostra veramente, perché il re ce l’ha assegnata in proprio». Le stanze del primo piano, visitabili da oggi, recano l’impronta personale della regina: era nota la sua sensibilità nella scelta degli arredi e delle suppellettili. Il percorso di visita si snoda attraverso gli appartamenti reali: si parte dalla Sala della pendola, una stanza d’aspetto per l’appartamento della regina, per accedere poi al suo Salotto, con le caratteristiche quattro porte in vetro sui lati della stanza. Camera da letto, Sala da bagno e Guardaroba completano la zona riservata a Margherita. Si accede quindi alla Sala del trono di Umberto, in cui il re dava ricevimento sotto una splendida volta con stucchi in stile barocco, allo Studio con tappezzeria di seta a ghirlande floreali e boiserie laccata grigio perla, alla Camera da letto del re e ai Gabinetti con decorazioni preraffaellite. Fra gli arredi originali, il grande armadio a cinque battenti del Guardaroba, il tavolone in mogano con cassetti dell’Armeria e la Biblioteca, spazio comune agli appartamenti dei due sovrani.
Contribuiscono a ricreare il clima dell’epoca, in un dialogo incessante fra oggetti, ambienti e personaggi, pezzi provenienti in gran parte dalla mostra «Regina Margherita.
Il mito della modernità», da poco chiusasi alla Villa Reale di Napoli: dipinti, sculture, abiti, gioielli, accessori, immagini accanto a curiosità come il libretto degli assegni personale della regina e la culla di Vittorio Emanuele III.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.