Londra - Abitazioni non ancora completate. Lavori in corso ovunque. Vicoli stretti che la notte si trasformano in passaggi minacciosi. Utilizzo di materiali scadenti. Marciapiedi in ghiaia, impraticabili d’inverno. E ancora, aspettative frustrate e senso di insicurezza diffuso. Benvenuti a Poundbury, idealistica attuazione delle idee architettonico-urbanistiche del principe Carlo. È qui, in questo angolo nel Dorset (sud-ovest di Londra), che l’erede al trono ha voluto realizzazione il suo sogno: costruire un villaggio di stampo sfacciatamente tradizionale. Far rivivere dunque la Old Britain nel rispetto dello stile di un tempo, utilizzando esclusivamente materiali ecocompatibili, e seguendo tecniche di lavoro stabilite dallo stesso principe. Un progetto ambizioso per quella che voleva essere un’oasi di pace e tranquillità, lontana dai clamori e dagli eccessi dell’architettura modernista tanto detestata dal principe.
Ma a distanza di sette anni fa dalla consegna delle prime case, Poundbury più che un sogno è una velleitaria utopia che scontenta tutti. A cominciare dai suoi abitanti che lamentano abitazioni ben diverse da quelle promesse. Con pareti umide e crepate, come dell’appartamento di Wayne Bennett, 25 anni, residente in una delle case popolari del paese: «Le hanno costruite troppo rapidamente e questo è il risultato. Mi aspettavo che la presenza del principe assicurasse una maggiore cura».
Che evidentemente non c’è stata, perché Poundbury, destinata a crescere fino a 5mila abitanti entro il 2025, appare sempre più come un'occasione mancata. Nei suoi piani Carlo - lui che inorridisce di fronte ai quartieri dormitorio - lo aveva immaginato come un vibrante centro integrato, con uffici e attività commerciali, proprio come una qualunque cittadina britannica di qualche tempo fa. Ma la criminalità e gli atti vandalici preoccupano sempre più.
«Certe vie di giorno sono davvero graziose - spiega Clare Robson -, ma dopo il tramonto fanno davvero paura. Di notte ci sono bande di ragazzini che battono le porte e scappano nell’oscurità». Provenienti con ogni probabilità dai vicini quartieri popolari di Dorchester. D’altronde proprio il coinvolgimento del principe nella costruzione di Poundbury ha trasmesso immediatamente un senso di alterità di questo villaggio rispetto al resto del corredo urbanistico. Suscitando aspettative che non sono state ripagate. «Il legno impiegato in queste abitazioni è umido e troppo morbido, non durerà a lungo», sottolinea Ron Parker che di professione fa il decoratore. In difesa della cittadina alza la voce Maurice Alen che liquida le critiche come cavillose e spesso pretestuose, insistendo che la criminalità è sotto controllo.
Non è la prima volta che il principe del Galles finisce nei guai per le sue incursioni nel mondo dell’architettura. Di recente l’acceso confronto con la famosa Society for the Protection of Ancient Buildings lo ha portato a non rinnovare il suo patrocinio dell'ente. Alla base del litigio, una prefazione del principe censurata dalla società perché ritenuta troppo conservatrice.
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