Vincenzi, il sindaco della moschea è la meno amata dai suoi cittadini

(...) hanno tentato di minimizzare. Anzi, di mimetizzare. Ma l’accaduto rimane e appare come l’ulteriore provocazione dopo i fatti che ad inizio anno si erano registrati davanti al Duomo di Milano e alla basilica di San Petronio a Bologna. Lì i sagrati erano pieni di islamici sdraiati; in piazza San Lorenzo erano tutti in piedi, ma la sostanza non cambia.
Un’azione che arriva proprio nello stesso giorno in cui il quotidiano economico «Il Sole 24 ore» pubblica la Governance Pool. La classifica degli amministratori locali di tutta Italia che vede il sindaco della moschea Marta Vincenzi scendere all’ottantacinquesimo posto su cento nel livello di gradimento dei sindaci. Una posizione sgradevole per l’inquilina di palazzo Tursi proprio nel giorno in cui Claudio Burlando tra i presidenti di Regione risale dall’ultimo posto dello scorso anno al dodicesimo (saranno forse gli effetti della pubblicità?). Vincenzi in controtendenza anche agli altri primi cittadini liguri, con Luigi Sappa sindaco di Imperia al ventiquattresimo posto, Federico Berruti di Savona (trentesimo) e Massimo Federici (sessantanovesimo). «Sarei curioso di ascoltare di ascoltare una parola di commento da parte della Vincenzi sulla preghiera davanti al duomo genovese- commenta Gianni Plinio, capogruppo di An in Regione-. Se si trova in fondo a questa classifica è anche per la sua disponibilità alla moschea. Super Marta raccoglie il dissenso popolare per scelte sbagliate come quella a favore della moschea e del Gay Pride». Ma il punto centrale rimane l’atto provocatorio, la manifestazione davanti a San Lorenzo quasi a contrapporre due religioni. Quello che Rosario Monteleone, consigliere regionale dell’Udc e tra i promotori del referendum sulla moschea a Genova, definisce «comportamento inopportuno». «Caricare di significato politico o religioso una dimostrazione del genere - continua Monteleone - è inadatto, rischia di sminuire il significato della manifestazione stessa. Tutti condividiamo l’appello alla pace per Gaza, più volte il Papa si è fatto sentire in merito ma evitiamo di inquinare il dialogo interreligioso con certi aspetti esteriori che risultano pure provocazioni». Al raccoglimento dei musulmani davanti alla chiesa segue il silenzio della Curia di Genova che non commenta l’episodio, sulla stessa scia tracciata dall’Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, un silenzio che l’udicino Rosario Monteleone legge come «un segnale di comprensione e aperto ad un atteggiamento di dialogo», mentre Plinio osserva: «Da cattolico mi stupisco del silenzio della Diocesi. A fronte di azioni di sfida come questa credo ci debba essere meno arrendevolezza da parte delle gerarchie ecclesiastiche». Da Forza Italia parla il capogruppo del municipio Centro est Luciano Gandini che, pur nel rispetto della dimostrazione spera «che in futuro ci possa essere più attenzione alle sensibilità di tutti, e dei genovesi in particolare, sulle modalità e sui percorsi di questo genere di manifestazioni».
Si fa sentire anche la Lega Nord con il suo segretario provinciale Edoardo Rixi che attacca anche le affermazioni dell’imam di Genova Salah Husein che aveva definito come un olocausto voluto da Israele il conflitto di Gaza: «Spiace che l’Arci, associazione di sinistra, appoggi queste manifestazioni dai toni nazisteggianti». «Spero che Husein - dichiara Rixi - chieda scusa alla curia genovese, così come è stato fatto a Milano, per aver recitato il corano davanti a San Lorenzo, un inutile provocazione. Alla luce di questo riteniamo un nostro dovere impedire la costruzione della moschea nella nostra città visto che verrebbe gestita da degli invasati». Ma oggi il corano verrà letto nuovamente davanti a San Lorenzo. Non saranno però i musulmani a recitarne i versetti ma Luciano Silighini Garagnani, presidente nazionale dell’associazione Giovine Italia che invita tutti i genovesi a prendere parte all’iniziativa «perché illustreremo il messaggio di violenza e intolleranza scritto all’interno del libro sacro all’Islam».

Silighini, che consegnerà a Bagnasco una copia del Corano ricordandogli il versetto che recita la speranza «che i Cristiani vengano fulminati da Allah», spiega che la preghiera musulmana davanti alla cattedrale ha avuto anche un significato storico: «San Lorenzo è un simbolo per la cultura cristiana, in quanto all’interno sono conservate reliquie sacre alla nostra tradizione come il “piatto di San Giovanni Battista” e la “coppa di Pilato” e altre sacralità delle Sante Crociate».

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