Paola Fucilieri
da Milano
Qualcuno potrebbe anche obiettare che se lè quasi andata a cercare: suo marito, un senegalese, ha un contenzioso aperto in Procura con lo straniero che lha violentata. E che i due uomini, seppure forse non proprio «ai ferri corti» non erano nemmeno due amiconi che vanno a farsi una birra al bar, poteva essere facilmente intuibile. Ma la giustificazione «occhio per occhio, dente per dente» è inaccettabile anche per il marocchino arrestato dai carabinieri della compagnia di Corsico per aver abusato della trentottenne moglie italiana del suo «nemico» senegalese, madre di due bambini, dopo averla sequestrata e minacciata con un coccio di bottiglia. La donna gli aveva chiesto un passaggio in auto, in pieno giorno, dopo aver perso il treno che da Trezzano sul Naviglio doveva portarla a Milano; laltro aveva accettato subito e, forse, riconoscendo la donna, non gli era parso vero di avere unoccasione tanto ghiotta per una ritorsione nei confronti del senegalese.
«Ho subito solo unaggressione» ha raccontato la poveretta, scarmigliata, con gli abiti strappati e lo sguardo perso, quando i carabinieri sono corsi in suo aiuto, nei pressi di una cascina di campagna abbandonata. È bastato però farla sottoporre a una visita ginecologica alla clinica milanese «Mangiagalli» - specializzata in violenze sessuali - per capire che quella madre di famiglia che non la finiva più di piangere era rimasta vittima di qualcosa di ben diverso. E molto più grave.
Secondo i carabinieri la donna era alloscuro del contenzioso tra il marito e il suo aggressore. O forse è stata solo una grande ingenua, non immaginando il pericolo in cui poteva incorrere chiedendo un passaggio a uno sconosciuto. «Ho perso il treno - ha raccontato ai carabinieri -. E allora ho cominciato a camminare lungo la strada che costeggia la ferrovia per vedere se trovavo una fermata di pullman o bus. È stato lì che ho visto quel ragazzo marocchino che passava in macchina. Lo incontro spesso in stazione, a volte ci scambiamo cenni di saluto. Tutto qui. Così gli ho indicato con la mano che ero in difficoltà, se poteva fermarsi. E quando gli ho chiesto un passaggio verso Milano ha subito accettato». Salvo poi cambiare itinerario e atteggiamento, svoltare per una stradina di campagna e, quando è stato sicuro che nessuno avrebbe potuto correre in aiuto della sua vittima, approfittarne nel peggiore dei modi.Per fortuna i carabinieri non hanno tardato a individuarlo e arrestarlo, con la scusa di averlo «beccato» in flagrante mentre cedeva una dose di hashish a una ragazza. In caserma, però, avevano già pronto il provvedimento del magistrato che lo accusava di violenza sessuale.
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