«La violenza può colpire chiunque e ovunque»

Il 17 agosto di un anno fa Luigi Moriccioli percorreva la pista ciclabile di Tor di Valle e veniva aggredito mortalmente a bastonate da due sbandati romeni nei pressi del ponte della Magliana, a due passi dall’ansa del Tevere. Un fatto criminoso efferato, per i romani impossibile dimenticare. Molti i punti di contatto fra Ponte Galeria, la tragedia della Reggiani e, appunto, la violenza di Tor di Valle.
Roberta Moriccioli, lei è la figlia del ciclista ucciso. Che cosa prova oggi, a distanza di un anno di quel tragico episodio?
«Provo tanta rabbia, inutile negarlo. Purtroppo non si può pensare che le cose cambino dall’oggi al domani. Ci vuole tempo. L’episodio di Ponte Galeria deve servire per impegnarsi ancora di più».
Come si sta muovendo il nuovo sindaco di Roma sul piano della sicurezza?
«Molti passi in avanti sono stati fatti dalla nuova amministrazione comunale. Adesso, per esempio, sul tratto di Tor di Valle c’è la telesorveglianza. Presto sarà estesa a tutte le piste ciclabili di Roma. Ma non bisogna abbassare la guardia. Quella della sicurezza è un’emergenza che riguarda tutti».
Vuole dire che nessuno può sentirsi veramente al riparo da episodi del genere?
«È il messaggio che ho voluto lanciare dopo la morte di mio padre. Non bisogna pensare che le cose accadono sempre agli altri, che quello che leggiamo sui giornali non ci riguarda. Mio padre faceva una passeggiata come la fanno tanti altri. Poteva accadere a chiunque».
Una volta bastava evitare certi posti a certe ore...
«No, adesso non è più così, non c’è più un codice di comportamento. In qualsiasi ora e in qualsiasi luogo può accadere la tragedia».
A Roma tuttavia ci sono meno rapine in banca che in altre città, meno delitti della grande criminalità.
«Ma c’è più microdelinquenza, che è ancora più inquietante. È una criminalità che colpisce in modo casuale la vita quotidiana. Nei momenti di svago, nelle aree verdi, al ritorno da una giornata di shopping».
Si è data una spiegazione del fatto che gli autori di delitti del genere sono quasi sempre di nazionalità romena?
«Non so che pensare, non voglio passare per xenofoba, ma l’efferatezza con cui commettono reati indica che l’errore è stato fatto a monte. Negli anni passati. Se tanti criminali hanno scelto di venire in Italia, evidentemente è perché sapevano che in Italia non c’era la certezza della pena».
All’epoca il governo Prodi, però, aveva parlato di eccessivo allarmismo alimentato dalla stampa e dai partiti di centro-destra.
«I fatti hanno dimostrato il contrario, si è visto purtroppo che non era una strumentalizzazione. La sinistra ha sbagliato. Troppo buonismo, troppo permissivismo. E la situazione è sfuggita loro letteralmente di mano».
Che cosa direbbe ai due turisti olandesi se li avesse davanti?
«Come persona che ha passato un certo tipo di esperienza, vorrei manifestare loro tutta la mia solidarietà.

Come cittadina mi dispiace anche che i due olandesi, che sono venuti con tanto entusiasmo a visitare Roma, ora tornino in patria con un ricordo così triste. Quello che è successo non fa parte dello spirito dei romani, della città. Purtroppo, però, che gli vogliamo dire? Loro Roma l’hanno vissuta così, Ponte Galeria sarà un ricordo indelebile per tutta la vita».

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