Violenze di «latinos», è sempre più allarme sicurezza

Diciamolo subito, a scanso di equivoci: la discriminazione, l’intolleranza di stampo razziale non c’entrano niente. Si tratta solo di constatare l’evidenza: la sicurezza in città è sempre più minacciata da bande di sudamericani, i cosiddetti «latinos», spesso anche in lotta fra loro. Nulla a che fare, ovviamente, con la folta colonia di cittadini ecuadoriani, peruviani, colombiani e di altre nazioni dell’America Latina che vivono e lavorano a Genova e in Liguria, sono perfettamente integrati nella società e ne rispettano le leggi. Al contrario, i due sudamericani finiti ieri in manette sono di tutt’altra pasta: autori di brutali aggressioni, calci e pugni per strada ai passanti per rapinarli di soldi e telefoni cellulari. Gli agenti della mobile genovese li hanno arrestati, dopo i cinque finiti in carcere lo scorso febbraio: si tratta di un ecuadoriano e un paraguaiano, di 18 anni, appartenenti a una delle bande di latinos della città. I due sono accusati di quattro rapine a passanti. Le vittime, dopo essere state individuate, venivano aggredite alle spalle, trascinate a terra e picchiate con violenza e infine derubate. Anche gli ultimi due fermati facevano parte della banda dei «Los Diamantes», ma l’avevano lasciata dopo il picco di violenza dello scorso settembre, culminata con l’aggressione a un membro degli storici rivali dei «Latin King». Alcuni avevano abbandonato l’Italia, altri erano confluiti nei «Vatos Locos». Negli ultimi tempi, però, i «Los Diamantes» avevano rialzato la testa.
Sono quattro gli episodi contestati ai due arrestati di ieri: le prime due rapine, a pochissimi minuti di distanza l’una dall’altra, risalgono al 20 gennaio 2011 in via Doria ai danni di due italiani derubati del cellulare dopo una brutale aggressione. In altri due rapine, invece, i malviventi avrebbero agito separatamente: una è avvenuta il 29 gennaio scorso in via Cantore, ai danni di un connazionale, l’altra risale al 14 gennaio, quando un altro italiano è stato derubato nei giardini della Fiumara. In una delle intercettazioni, per la rapina al connazionale, alcuni membri della banda dicevano di temere d’averlo ucciso, tanto grave era stata l’aggressione.


La cronaca delle ultime ore registra, infine, un altro episodio che ha per protagonista (in negativo) una immigrata sudamericana: si tratta di un’ecuadoriana, «con pregiudizi di polizia», trentenne, completamente ubriaca, che nel Pronto soccorso del Galliera ha colpito con una scarpa alla testa il medico di turno. È stata denunciata per «lesioni personali aggravate e ubriachezza».

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