La Virtus formichina addomestica il derby

Decisivo Best, veterano con 10 anni di Nba. Fortitudo (22 palle perse) alla terza sconfitta

La Virtus formichina addomestica il derby

Oscar Eleni

Sarebbero piaciute davvero ad Enzo Grandi, il prof che curava anime e muscoli, queste formichine Virtus che il macedone Zare Markovski porta da sole in testa alla classifica dopo aver vinto (64-60) il derby degli spasimi, ogni punto una preghiera, delle mani tremolanti, un successo nella stracittadina contro la Fortitudo che mancava da 4 anni. L'ultimo a vincere fu Messina, che con Grandi aveva costruito la macchina infernale del grande slam, una corazzata ben differente da questo brigantino dove, però, non manca il cuore che invece batte aritmicamente, quasi non ci fosse, in una Fortitudo alla terza caduta in 5 partite, intrappolatasi da sola perdendo ben 22 palloni, non trovando soluzioni e neppure amici quando Daniele Cavaliero, rimasto in campo a furor di popolo, dopo aver visto il canarino Edney sbattere contro la gabbia bianconera, capace di portarla avanti 55-56 con due tiri da 3, ha perso una palla decisiva con Lang che usava le braccia come un passaggio a livello.
Era quello il momento chiave di un derby deciso dal talento di Travis Best, classe 1972, veterano con 10 anni di Nba alle spalle, partendo dall'Indiana, dopo aver studiato a Georgia Tech, uno con una grande volontà, magari un po' testardo, ma capace di pilotare con carisma questa Virtus che fa giocare 10' un ragazzino come Riccardo Malagoli, che concede ribalta e responsabilità al ventiduenne 2.10 Crosariol, su cui Treviso che lo aveva riportato in Italia dagli Stati Uniti, non ha scommesso neppure un tallero, confermandolo nella tonnara dei rimbalzi vinta dalla Fortitudo (37-34), anche quando si è mangiato 3 canestri incredibili, dopo aver fatto tutto bene. Best a segno, a 48" dalla fine, con il suo secondo tiro da 3 (62-58), una linea tormentata dove la Virtus ha segnato 4 volte su 17, quasi peggio che ai liberi (8 su 17) e la Fortitudo 5 volte su 14, 2 un Belinelli frastornato, 3 il triestino Cavaliero.
Era il colpo decisivo nella giornata di tutti i sorpassi dentro una città che aveva perso il profumo della Virtus e alla fine si è capito che la vittoria farà bene alla classifica, ma un male cane agli avversari perché il nuovo proprietario Martinelli ha già detto che regalare 2 americani e mezzo è troppo, mettendo sotto processo Edney, il Preston Shumpert che ha perso anche l'ultima palla, gente scelta da lui anche se ora ne chiederà magari conto a Fabrizio Frates.


Quinto turno senza angosce per Roma e Treviso con Teramo, grazie ad un Grundy scatenato, capace di sbancare il campo di Biella, con Capo d'Orlando che resta lassù in alto, pur avendo dovuto soffrire contro Livorno che resta a meno 2, mentre Scafati ha fatto lacrimare di nuovo una Cantù dove non sono bastati i 24 punti di Eric Williams.

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