Dentro le «viscere» della Sicilia

Tre figli. Una madre. Un letto/tomba/catafalco intorno al quale si compie un rito di dolorosa separazione. Quale dei tre è il prescelto? A chi toccherà in sorte di chiudere gli occhi per sempre? E, soprattutto, perché proprio a lui? Vita mia di Emma Dante torna a Roma (all’Ambra Jovinelli da questa sera) dopo il precedente debutto al RomaEuropa Festival e si impone senza dubbio come uno degli spettacoli più interessanti del panorama «pasquale». Realizzato in seguito ad apprezzate prove quali mPalermu (Premio Ubu nel 2002) e Carnezzeria (Premio Ubu nel 2003), questo lavoro segna infatti un ulteriore viaggio della regista palermitana dentro le viscere della sua Sicilia e, tanto più, dentro le pieghe della sua vicenda personale. L’approdo non è tuttavia un mero affresco autobiografico, bensì un quadro di forte umanità in cui la tragica circostanza di una veglia funebre diventa lo spunto per interrogarsi sull’attaccamento all’esistenza, sul senso del destino, sulle paure ataviche dell’Uomo, sull’incommensurabile ferita provocata dalla perdita di un figlio.


«Tra Gaspare, Uccio e Chicco - scrive la Dante - c’è un morto che deve occupare quel letto, ma la madre non vuole saperne, vacilla, si mette a sedere, piega la testa di lato e se li guarda a uno a uno i suoi maschi di casa… Come fa a sentirlo suo quel figlio morto? Con quale coraggio lo porterà fra le braccia sul letto conzato di lutto (…) ? Come faranno le sue gambe a non cederle inaspettatamente?» Nel cast recitano Ersilia Lombardo, Enzo Di Michele, Giacomo Guarnirei e Alessio Piazza.
Repliche fino al 15 aprile. Da mercoledì 18 il Piccolo Jovinelli ospiterà, inoltre, il nuovo lavoro dell’autrice e regista siciliana, Il Festino. Informazioni: 06.44340262.

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