Visco, ovvero la coerenza dell’incoerente

Siccome era contrario ai condoni, ha chiesto il condono per la sua casa a Pantelleria. Siccome era contrario agli abusi, s'è fatto condannare per abuso edilizio. Siccome era contrario alle donazioni esentasse, ha provato a farne una a favore dei figli. E ora, siccome ha appena dichiarato guerra ai commercianti che non emettono scontrini, dà loro ospitalità nei corridoi del suo ministero. Non si può dire che il viceministro Vincenzo Visco non sia una persona coerente: mai visto nessuno predicare bene e razzolare male con tanta costanza. Da settimane, per esempio, non fa altro che prendersela con gli evasori fiscali che prosperano in tutta Italia. Affanno inutile: per scoprirne qualcuno, forse, bastava guardare fuori dalla porta del suo ufficio.
Al ministero dell'Economia, infatti, c'è un vero bazar senza regole alla faccia del fisco e anche un po' del Visco, che pure delle regole si fa ogni ora paladino. Lo hanno scoperto le Iene che in pochi minuti sono riusciti a comprare felpa, profumo, orecchini, collana, asciugamano, orologio e portafoglio (totale: sette oggetti, 216 euro di spesa), tutto all'interno del palazzo di via Venti Settembre e senza che nessuno (dico: proprio nessuno) rilasciasse lo straccio di uno scontrino fiscale. Un controllo? Una verifica? Una multa? Macché. Nessuno dice niente. Mai. Nemmeno il viceministro, che pure ogni giorno passa di lì. Passa e non vede, o vede e non parla, come le celebri scimmiette. Chissà: forse è troppo impegnato a prendersela con gli artigiani del Nordest. O forse ha bisogno di un paio di orecchini pure lui.
Adesso veniamo a scoprire che in realtà il bazar senza scontrino dentro il ministero non è un'esclusiva di Visco. Lo diciamo a scanso di equivoci: non sia mai che si montasse la testa. Ne esistono anche al ministero dello Sviluppo Economico («medio e ben organizzato», dice la guida Michelin degli acquisti negli enti pubblici off shore), ai Beni Culturali («più spartano»), alla Salute («solo due volte la settimana»), al Lavoro, all'Agricoltura, alla Funzione pubblica e persino (novità assoluta) all'Istruzione. Ma sicuro: a scuola di irregolarità. Prima lezione: le leggi si applicano solo fuori dal Palazzo. Dentro, al massimo, si interpretano.
Possibile che l'acuto Bersani, la Turco, Fiorin-Fioroni, il combattivo compagno Mussi e tutti gli altri non si siano mai accorti di niente? Che fanno? Escono dall'ufficio con i paraocchi innestati? Girano la testa dall'altra parte? Si fermano pure loro a fare shopping? Senza scontrino? Non pare a lorsignori piuttosto assurdo? La lunga e muta passeggiata di Visco vista in Tv, col viceministro incalzato dalle Iene e incapace di rispondere, aveva un qualcosa di altamente inquietante: ma come? Prometti di scovare gli evasori in ogni angolo del Paese e non li vedi nemmeno quando ce li hai sotto il naso? Suvvia: anche Ray Charles si sarebbe reso conto di quello scandalo. E lui invece, il castigatore di chi sgarra, niente. Possibile? Mette il naso nei portafogli di tutti: l'unico che non vede è quello che si vende fuori dal suo ufficio. Evidentemente così va l'economia, secondo Visco: agli italiani lacrime e sangue, al ministero invece profumi e collane per tutti.
Lui, camminando silenzioso e altero davanti alle telecamere, si è atteggiato a Cuccia. Ma è un po' come quando Pietro Taricone si atteggia a Robert De Niro. Fa ridere. Poche ore dopo, infatti, dall'America ha fatto avere una precisazione: «Gentili signori de Le Iene, voglio ringraziare la vostra trasmissione per aver segnalato...». E poi ancora: «Ho chiesto accertamenti rapidi e conclusivi sull'intera vicenda» e «nel caso in cui portassero ad un esito positivo dovrò ringraziare le Iene per la segnalazione che ci ha permesso di intervenire». Ma vi pare? Due ringraziamenti in poche righe: e va beh che tra vampiri e iene c'è una certa sanguigna intesa, ma è possibile che il ministero abbia bisogno di uno show televisivo per accorgersi di quello che gli capita ogni giorno sotto gli occhi? Perché se è così basta saperlo: all'Agenzia delle Entrate mettiamo il Gabibbo, alla Guardia di Finanza Topo Gigio e la Finanziaria la facciamo scrivere a quelli del Braccobaldo Show. Tanto cambia poco. E per lo meno ci divertiamo davvero.
Perché delle due l'una: o questi ministri non si sono accorti che sotto i loro occhi stava fiorendo una sorta di paradiso fiscale ministeriale, le isole Cayman all'amatriciana, il Liechtenstein trasteverino (e allora come si può sperare che possano governare un Paese?).

Oppure se ne sono accorti e hanno fatto finta di niente. Allora sono in malafede. E ci fanno paura. Perché se vanno avanti di questo passo, la prossima volta che ci chiederanno di rispettare la legalità, avranno un passamontagna in testa e il complice fuori a far da palo.

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