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Visconti tra film e testimonianze

Sarà proiettato anche un filmato poco conosciuto in cui Anna Magnani interpreta se stessa

Ariela Piattelli

«Al cinema mi ha portato soprattutto l’impegno di raccontare storie di uomini: di uomini vivi nelle cose, non le cose per se stesse. Il cinema che mi interessa è un cinema antropomorfico». Così scriveva Luchino Visconti sulla rivista Cinema nel ’43: una frase, forse la sua più nota, in cui è racchiuso il senso di tutta la poetica del cineasta. Una poetica che verrà ripercorsa in quella che molto ambiziosamente viene definita dai curatori stessi una «retrospettiva completa» sul celebre regista. Si intitolerà «L’estetica dello sguardo. L’arte di Luchino Visconti» ed avrà luogo alla sala Trevi dal 5 al 19 marzo in occasione del centenario della nascita.
Luchino Visconti è sempre stato definito da una certa critica il maggiore esponente del classicismo cinematografico, mentre i suoi film sono caratterizzati da quella modernità che è stata a lungo tema di dibattito tra gli studiosi della Settima Arte. La passione per la letteratura, la volontà di riportare sullo schermo il realismo narrativo e di sperimentare il rapporto tra i diversi linguaggi, furono certamente punti di forza della sua poetica. Ossessione (domenica 5 alle 18.30), ispirato al romanzo di James Cane Il postino suona sempre due volte, rappresentò la prima incursione nella modernità del regista: considerato antesignano del Neorealismo e contemporaneamente il primo noir italiano, Ossessione è stato il film di rottura con la retorica del cinema italiano precedente («I telefoni bianchi»). Tra i suoi scrittori preferiti c’era Giovanni Verga, Visconti era attratto dall’idea di portare al cinema il verismo, e ci riuscì dopo molte vicissitudini: La terra trema (martedì 7 alle 19) tratto da I Malavoglia, un film coraggioso, interamente parlato in dialetto siciliano. Quel film rese possibile la «tragedia realista» di Rocco e i suoi fratelli, una pellicola epica, carica di passioni e sentimenti contrastanti: «Il nucleo principale di Rocco è lo stesso del romanzo verghiano: là ’Ntoni e i suoi, nella lotta per sopravvivere, per liberarsi dai bisogni materiali, tentavano l’impresa del "carico dei lupini": qui i figli di Rosaria tentano il pugilato: e la boxe è il "carico dei lupini" dei Malavoglia. Così il film si imparenta a La terra trema» scriveva Visconti. Poi l’incontro artistico con la «musa» del Neorealismo, Anna Magnani, cara amica di Visconti: Bellissima in cui la straordinaria attrice interpreta una popolana romana che vuole a tutti costi fare di sua figlia una star. «Anna Magnani» è anche il titolo di un episodio diretto da Visconti del film collettivo Siamo donne, in cui l’attrice interpreta se stessa. E oltre agli altri film ispirati dalla letteratura, come Le notti bianche, Il Gattopardo, L’innocente, e La morte a Venezia, la rassegna riproporrà Senso (venerdì 10 alle 21) girato in technicolor da Visconti nel ’54, che rappresenta un momento alto della sua poetica, intriso di citazioni, e che oggi è ricordato come un capolavoro.

Ciò che rende preziosa questa rassegna, oltre alla completezza dei materiali, sono gli incontri previsti con alcuni protagonisti del cinema viscontiniano (tra cui quello con Giuseppe Rotunno venerdì 10 alle 17): per Visconti la pratica del cinema aveva un’essenza artigianale e tutti coloro che lavoravano con lui erano veri e propri autori, ed anche questo è un suo importante contributo al nostro cinema.

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