La rinoplastica non chirurgica è una pratica a basso costo e a basso rischio che comporta minor dolore e minor tempo di recupero rispetto alla rinoplastica chirurgica.
Al dottor Luca Fioravanti, chirurgo con master di II livello in Medicina estetica, abbiamo rivolto alcune domande per capire meglio i vantaggi di questa pratica non invasiva, ideale per pazienti insoddisfatti o non intenzionati ad affrontare un intervento chirurgico.
In quali casi è indicata?
«È indicata per ridurre l'apparenza di una gobba, ridurre o eliminare inestetiche depressioni, incavi o solchi, migliorare la simmetria, sollevare la punta di un naso cadente, sollevare e definire un dorso nasale piatto o attenuare una punta arrotondata o correggere un profilo a sella o scavato».
Quale è il procedimento?
«Piccole quantità di un filler (per esempio acido ialuronico o idrossiapatite di calcio) vengono iniettate nelle aree che bisogna correggere per ottenere un aspetto più regolare e simmetrico. Durante il trattamento il paziente è consapevole di ciò che accade e ha la possibilità di suggerire al medico quali sono i punti su cui intervenire».
È una tecnica sicura?
«La rinoplastica non chirurgica non richiede anestesia generale o sedazione. Si usa solo un anestetico locale. Inoltre, non essendo necessaria alcuna incisone, comporta un rischio minore rispetto alla rinoplastica chirurgica».
E se il risultato non fosse quello desiderato?
«In tal caso è possibile rimuovere il prodotto».
E dopo il trattamento?
«Si suggerisce di evitare d'indossare occhiali ed esporre l'area trattata a fonti calore per una settimana».
Quali sono i limiti della rinoplastica non chirurgica?
«Se si desidera un naso più piccolo, un dorso più sottile, la rimozione di una grande gobba o una punta più stretta questa procedura non è la più indicata. Inoltre non può migliorare i problemi respiratori o correggere difetti interni come un setto deviato».
Quanto durano i risultati?
«Il trattamento con acido ialuronico, idrossiapatite di calcio o altri filler è temporaneo. Per mantenere il risultato, è necessario tornare una volta all'anno per un ritocco. Parte della correzione permarrà, in quanto la presenza del filler nel tessuto stimolerà la produzione di nuovo collagene».
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