La vita per Besson è meravigliosa

Tra le uscite della settimana anche «Prova a incastrarmi» e «The producers»

Alessandra Miccinesi

Ciak d’autore contro mega produzioni hollywoodiane. Sarà un bel match cinematografico quello che nel weekend, con l’uscita di pellicole come The Producers - sfavillante remake di Per favore non toccate le vecchiette di Mel Brooks, regia di Susan Stroman, con Nathan Lane, Matthew Broaderick, Uma Thurman, e Will Ferrell - e Prova a incastrarmi di Sidney Lumet, protagonista un talentuoso Vin Diesel nei panni di un gangster coinvolto in un lungo e farraginoso processo penale, mette a confronto due diversi modi di fare cinema.
Anima contro materia: se per l’intellettuale Luc Besson la vera bellezza è quella sospesa a metà tra carnale e divino, all’uomo qualunque imprigionato in un corpo mediocre non resta che splendere da dentro, riversando luce su un prossimo ormai cieco ai miracoli. Per far deflagrare il messaggio di un film più estetizzante che poetico - salvarsi dall’infernale duopolio potere-denaro è possibile: servono cuore, sensibilità, e un paio d’ali -, Besson ha usato fiumi di parole e un raffinato bianco-e-nero per diluire Angel-a tra i chiaroscuri di una Parigi scintillante. Definito dallo stesso autore di Leon un poema con quattro protagonisti (lui, lei, Parigi, e il non-colore) Angel-a è una toccante fiaba moderna che racconta la storia di André (Jamel Debbouze), giovane arabo pieno di debiti e poca autostima, che una domenica mattina decide di saltar giù da un ponte sulla Senna. Nel momento topico però spunta Angela (Rie Rasmussen), cherubino col fisico da modella viziata e un incredibile intuito, spedita sulla terra per salvare André. L’incontro tra l’uomo e il suo angelo - omaggio al cult di Frank Capra La vita è una cosa meravigliosa - avviene su un ponte che farà volare l'immigrato verso la felicità (Eden, Eurcine, Holiday, Intrastevere, Maestoso, Cineland, Ugc Ciné Cité, Warner Medici).
Il potere della propaganda contro la forza delle idee: chi vincerà la sfida? C’è romanticismo, filosofia, fantapolitica, e terrorismo in V per Vendetta lo psico-thriller diretto da James McTeigue, con Natalie Portman, Hugo Weaving, John Hurt, e Stephen Rea. Scritto dai fratelli Wachowski, V prende le mosse dall’ideale «congiura delle polveri» che nel 1605 infiammò gli animi inglesi grazie alla rivolta guidata dal ribelle mascherato Guy Fawkes contro Giacomo I. Siamo in un ipotetico futuro oscurantista e la Gran Bretagna sopravvive sotto il tallone dell’oppressore, il cancelliere Sutler (Hurt), che usa la strategia della tensione e i mass media per controllare le masse. Al risveglio delle coscienze sedate, come da copione, ci penseranno un intellettuale dark mascherato (Weaving) e una giovane orfana piena di coraggio (Portman) (in 19 sale e in originale al Metropolitan). Dopo il toccante La mia vita senza me la cineasta spagnola Isabel Coixet torna al suo tema preferito (le love story tormentate e struggenti), e con La vita segreta delle parole ci racconta la relazione tra un uomo temporaneamente cieco a causa di un incidente (Tim Robbins) e l’infermiera che lo accudisce (Sarah Polley), una donna silenziosa in fuga dal doloroso passato.

Ambientato su una piattaforma petrolifera - set esaltato dal tocco aurorale di Von Trier in Le onde del destino nonché luogo privilegiato dagli oceanografi per misurare la forza dei flutti -, il film, vincitore di 4 Premi Goya 2006, è interpretato anche da Javier Camara e Julie Christie (Giulio Cesare, Greenwich, Quattro Fontane, Tibur, Ugc Parco Leonardo e in originale al Nuovo Olimpia).

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