Immaginate il bel Dario Franceschini che contromano imbocca via del Corso, passa con il rosso, nel senso del semaforo, e, beccato dalla telecamera, chiede scusa pubblicamente per le ripetute infrazioni al codice. Che significa? Significa che David Cameron, inglese, leader dell’opposizione, è stato immortalato dal fotografo, e pubblicato sul Daily Mirror, mentre commetteva le stesse infrazioni, non a Roma ma,elementare, a Londra. Cameron si è scusato, il suo I’m sorry è stato seguito dal pentimento «così non si deve fare» e, ricordandosi degli studi a Eton, si è detto pronto a conciliare. Prepariamoci a qualcosa del genere, Franceschini Dario a parte. Il decreto sicurezza, diventato legge ieri, contiene anche norme relative al codice della strada, alla voce ciclisti o guidatori indisciplinati. Insomma se un ciclista (ma potrebbe trattarsi anche del guidatore di un carro trainato da quadrupedi, scegliete un po’ voi la bestia) è munito di patente e commette infrazioni al codice, se viaggia con un tasso alcolico superiore ai limiti consentiti, voglio dire se è sbronzo, viene immediatamente equiparato a chi, su un autoveicolo o motoveicolo, viaggia a cento all’ora o meno, o più, in stato di ubriachezza o sotto eccitanti. Il codice stabilisce sanzioni amministrative accessorie al ritiro, alla sospensione e alla revoca della patente di guida per chi ne è in possesso, dunque, per il pacchetto sicurezza, anche chi procede su altro veicolo, la bicicletta innanzitutto, si dia una regolata, altrimenti da domani il vigile urbano, la polstrada, i carabinieri possono intimare l’alt con successiva classica richiesta «favorisca la patente», non certo il libretto. Per i non patentati, saranno migliaia e di più, nessuna questione, vadano dove li porta il pedale, tracannino pure birra, vino, alcoli vari, zigazaghino tra un marciapiede e l’altro, la legge non ammette ignoranza ma in questo caso ammette che si possa essere cittadini ciclisti (o affini) di serie A e di serie B. Credo che il problema solleverà discussioni di ambito costituzionale, la solita baruffa nostrana, il sellino è di destra? Il catarifrangente è di sinistra? Il cambio è di centro? Senza riflettere sul nocciolo della questione: possono i ciclisti, loro innanzitutto, fare i cavoli che vogliono, circolare contromano, pedalare sui marciapiedi, non accendere mai, dico mai, nelle ore notturne, il fanalino? Così stanno le cose, dovunque in Italia dove assessori e sindaci si battono elettoralmente per le piste ciclabili, dove l’ecologista di turno strilla contro l’inciviltà degli automobilisti ma trascura coloro che mettono a rischio la vita propria, e quella altrui, dribblando tra una vettura e l’altra, sbucando da un portone, da un incrocio, tra due automobili in sosta, come se si trovassero lungo i canali di Amsterdam (ma, provate a fare lo stesso in Olanda e vi accorgerete della reazione dei tulipani!).
Qui non è il caso di dividersi tra angeli e demoni anche in bicicletta ma di mettere ordine per strada e richiamare allo stesso ordine chi ha messo giù quelle note nel pacchetto sicurezza. Un po’ ridicole, un po’ frettolose, goffamente, inconsapevolmente discriminanti, scritte su due piedi più che su due ruote.
Post scriptum: a David Cameron, da quel giorno , era il marzo dell’anno scorso, hanno rubato due volte la bicicletta sotto casa. Ma nessuno ha fotografato il ladro.
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