Viterbo, nel pc del bullo materiale neonazista

Analizzato il computer del 14enne che aveva bruciato i capelli di un coetaneo riprendendo tutto con un videofonino. Trovati filmati scaricati da internet riguardanti cariche dalla polizia e scene inneggianti al neonazismo. Anche una ragazza nella banda

Viterbo, nel pc del bullo materiale neonazista

Viterbo - Una "gran quantità di materiale neonazista" è stata trovata da specialisti della polizia che hanno analizzato i supporti informatici sequestrati il 5 maggio scorso al quattordicenne di Viterbo arrestato per aver bruciato i capelli ad un compagno di scuola di un anno più piccolo sottoponendolo anche ad altri atti di bullismo. Lo si è appreso da fonti investigative a Viterbo, dove si segnala che, tra i simboli e le scritte neonaziste scaricate dall’adolescente da internet, ce ne sarebbero alcune "direttamente collegate alle sevizie inferte al ragazzo".

I file trovati sul pc "Hitler uno di noi", "Acab" (acronimo di "All cops are bastard", cioè tutti i poliziotti sono bastardi), "Banda Liboni assenti-presenti", "Ultras liberi". Sono solo alcune delle scritte trovate dai tecnici della polizia nel computer e sul videofonino sequestrati al quattordicenne di Viterbo. Nei supporti informatici sequestrati al ragazzo, la polizia ha trovato anche numerose croci celtiche, fasci littori, foto di Hitler da solo o insieme a Mussolini. Il materiale bloccato comprende pure filmati di giovani a volto coperto che fanno il saluto fascista, di scontri con le forze dell’ordine e del gruppo ultras viterbese "Questione di stile". Insomma, ha sintetizzato un investigatore, l’armamentario tipico dei gruppuscoli neonazisti.

Il ritrovamento del materiale Il ritrovamento del materiale, secondo il questore di Viterbo, Raffaele Micillo e il capo della Squadra Mobile, Fabio Zampaglione, al di là dell’effettiva appartenenza o meno del quattordicenne ai gruppi neonazisti (aspetto non chiarito e comunque oggetto d’indagine) sarebbe indicativo dell’indole dei protagonisti degli episodi di bullismo e del "brodo di coltura" in cui sono maturati. Nel corso delle indagini seguite all’arresto, gli agenti della sezione minori della squadra mobile di Viterbo sono riusciti a ricostruire dettagliatamente tutto il "rituale" fatto di violenze e intimidazioni cui il ragazzo arrestato e gli altri due bulli, non imputabili perché minori di 14 anni, hanno sottoposto il loro compagno di scuola.

Anche una ragazza nella banda Ci sarebbe anche una ragazza di 14 anni tra i componenti della banda. La ragazzina, a quanto si è appreso, frequenterebbe la stessa scuola media degli altri ragazzi e sarebbe già stata individuata dagli investigatori.

Qualora avesse compiuto 14 anni potrebbe essere indagata degli stessi reati per i quali la procura della Repubblica presso il tribunale dei minori di Roma ha emesso il provvedimento di custodia cautelare nei confronti dell’ adolescente ritenuto il "capobanda", dal 5 maggio scorso rinchiuso in una comunità, in caso contrario non sarebbe imputabile come gli altri due tredicenni che hanno svolto un ruolo attivo negli episodi di bullismo. 

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