La vittoria vale 325mila euro

da Stoccarda

Oltre all’avvocato ci sarebbe bisogno di un commercialista o meglio ancora di un ragioniere: con i soldi. Giusto per stabilire i premi da distribuire in caso di vittoria agli azzurri di Franco Ballerini. La verità è che di soldi in cassa ce ne sono davvero pochini: per gli azzurri i conti sono in rosso. E il paradosso è che i problemi di questi giorni, i casi Di Luca e Bettini, hanno di per sé coeso la squadra e fatto passare in secondo ordine il problema del premio vittoria. Oggi c’è da difendere l’onore dell’Italia del pedale, senza tanti se e senza tanti ma. I soldi ci sono, pochini ma ci sono. Pazienza, dicono gli azzurri. Prima portiamo a casa la maglia iridata, poi ne riparliamo.
Intanto, come da tradizione, ne hanno parlato ieri sera nell’ultima riunione tecnica. La Federazione ha messo a disposizione 125mila euro, la metà di quello che metteva sul tavolo negli anni scorsi Gian Carlo Ceruti, che tanto non li aveva e li prometteva e basta. Oggi la Federazione del nuovo presidente Renato Di Rocco ai conti ci tiene un po’ di più, soprattutto paga guardando a quello che ha realmente in cassa: 125 ci sono, 125 saranno pagati. «Non è un premio eccezionale, ma ci sono», dice Alcide Cerato, presidente del professionismo italiano.
Poi ci penseranno gli sponsor che stanno dietro ai tre big azzurri. Paolo Bettini non ha problemi, ha messo sul tavolo 200mila euro, da aggiungere ai 125 della Federazione. Filippo Pozzato e Alessandro Ballan si sono impegnati a stare attorno a quella cifra: la Liquigas di Amadio e la Lampre di Saronni sono pronte a rastrellare tutto il rastrellabile. «Non è un momento d’oro per chiedere degli extra budget ai propri sponsor, ma un sacrificio si può fare», dice Beppe Saronni, team manager di Ballan. Comunque, finalmente si corre, dopo una settimana estenuante. Il percorso duro, durissimo sembra meno duro dopo la prova degli under 23. «I professionisti corrono molto diversamente dai dilettanti – dice Ballerini -. Vedrete che non sarà una corsa semplice». Bettini è sicuro che sarà battaglia, tra titani. «Il percorso è selettivo, di quelli che fanno del male e restano nelle gambe. Noi abbiamo tutto per lasciare il segno. Io sento di avere una buona gamba, ma soprattutto una voglia pazzesca di fare del male. Mi piacerebbe davvero risalire lassù in cima al gradino più alto e guardare qualcuno dall’alto in basso. Chi? Fatemi andare lassù e ve lo indico...».
Convinto come poche altre volte Filippo Pozzato, l’ex ragazzo prodigio, chiamato al primo grande esame di maturità. «Sono arrivato a questo mondiale come meglio non avrei potuto sperare – dice il vicentino -. La squadra c’è, abbiamo voglia di far saltare il banco». C’è anche lui, il jolly azzurro: Alessandro Ballan.

«La Spagna con Freire, Valverde e Samuel Sanchez fa paura, la Germania gioca in casa, noi dovremo essere bravi ad interpretare nel giusto modo la corsa. Io l’uomo in più? Noi abbiamo più di una soluzione, io sono una possibilità».

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