Vittorio Emanuele nega la liaison col Duce: "Contro mia madre la macchina del fango"

"Era antifascista, sono indignato", scrive il figlio di Maria José in una lettera inviata alla redazione del Giornale. Ma avrebbe dovuto rivolgersi a Oggi

Vittorio Emanuele nega la liaison col Duce: 
"Contro mia madre la macchina del fango"

di Vittorio Emanuele di Savoia

Ho letto con profonda perplessità alcuni articoli pubblicati in questi ultimi giorni sul quotidiano Il Giornale su mia madre, la Regina Maria José e se ho ritenuto opportuno non intervenire fino a questo momento è perché credo che certo modo di fare giornalismo si commenti da solo, non volendo in alcun modo legare il nome di Casa Savoia e della sua millenaria storia ad una bizzarra novità: spacciare per storiografia una serie di calunniose dichiarazioni.
Sollecitato ad esprimermi, lo faccio solo per cercare di chiudere una volta per tutte questa sterile gazzarra.
Come figlio, sono estremamente disgustato per ciò che è stato scritto, perché non esiste persona che abbia più avversato il fascismo, le sue dottrine ed i suoi gerarchi di mia madre, che si circondò sin dall’inizio del suo matrimonio di intellettuali e politici antifascisti, sfidando più volte le ire del Regime che la faceva costantemente spiare e sorvegliare.
I continui e prolungati incontri che ebbe con Mons. Montini, il futuro Papa Paolo VI durante il periodo della guerra, contribuirono non poco ad accelerare la caduta di Mussolini e la sua stessa presenza a fianco delle truppe partigiane in Valle d’Aosta è ricordata ancora oggi con commozione da quanti l’hanno incontrata durante quei tragici anni.
Mia madre è stata per tutta la vita una donna estremamente convinta delle sue idee, che diventavano sempre un tutt’uno con il sentimento più profondo.
Evidentemente la macchina del fango che spesso ha colpito e continua a colpire i morti dimentica questo, come il suo impegno all’interno della Croce Rossa nel soccorso ai nostri feriti e tralascia anche il giudizio di uno degli intellettuali più vicini a mia madre, Benedetto Croce, che curando la prefazione alla sua Storia delle Origini di Casa Savoia, scritta in esilio, ne parlò come un’autentica patriota, fiera nemica di ogni ideologia totalitaria e di ogni compromesso con il Regime fascista.
Trovo altrettanto disgustoso il fatto che si tenti di utilizzare per questo singolare modo di fare giornalismo una presunta testimonianza di Romano Mussolini, non si sa confidata a chi e quando, oggi impossibilitato ad intervenire sulla stessa vicenda perché scomparso.


Basta mettere a confronto i contenuti della dichiarazione, che i lettori peraltro non hanno potuto leggere nella sua interezza, con la validissima fonte di informazioni che è il diario del Conte Galeazzo Ciano, per avere una chiara conferma: ciò che è stato scritto si commenta da solo perché del tutto privo di qualsiasi fondamento.
Ciò che più mi consola, è che nell’anno delle celebrazioni per il 150°, ho potuto leggere nuovi saggi storici di ben altro tenore e valore, che ben si differenziano da questo metodo di falsare la verità storica.

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