Vizio di forma, il processo rischia di slittare

Vizio di forma, il processo rischia di  slittare

Paola Balsomini

L’accusa era presente in camera di consiglio durante la decisione della Commissione Disciplinare. Questo si evince, spulciando il documento rilasciato dalla Figc, nel documento ufficiale numero 10 del 25 luglio 2005. A trovare il vizio di forma è stato l’avvocato Mascia, legale dell’attaccante del Venezia Massimo Borgobello.
«La Commissione Disciplinare costituita dal prof. Claudio Franchini, presidente, dall’avv. Salvatore Lo Giudice, vice presidente, dall’avv. Emilio Battaglia, dal dott. Oliviero Drigani e dal dott. Gianpaolo Tosel, Componenti, con l’assistenza di Stefania Ginesio e la partecipazione, per quanto di competenza, del rappresentante dell’Aia sig. Moreno Frigerio, del Procuratore federale prof. Emidio Frascione e del Sostituto procuratore federale, dott. Stefano Palazzi, nel corso della riunione del 21-22-23 e 24 luglio 2005 ha assunto le seguenti decisioni: ...». E proprio qui secondo Mascia sta la discrepanza: «Il 23 e 24 ci sono state le udienza ma il 25, 26 e 27 - spiega il legale di Borgobello - c’è stata Camera di Consiglio. Come è possibile che ci fossero Frascione e Palazzi?». In realtà Frascione non era nemmeno presente a Milano ma forse è stato commesso un errore.
Dal documento presentato da Mascia alla Caf la richiesta è chiara: «Emerge che siffatto conciliabolo abbiano in qualche modo preso parte sia il Sostituto procuratore federale, dr. Stefano Palazzi, sia il Procuratore capo federale, professore Emidio Frascione - si legge - Ulteriormente singolare è che risulti documentato come quest’ultimo abbia partecipato alla camera di consiglio (notoriamente riservata, di solito, solo ai cosiddetti «giudici» e connotata dall’esclusione di qualunque parte), nonostante che egli fosse rimasto assente da entrambe le udienze svoltesi, davanti alla commissione disciplinare, nei giorni 23 e 24 luglio 2005, nelle quali uno spazio, per vero ristretto ed angusto, era stato comunque concesso pure alle “minorate“ (per ragioni obiettive) difese.
Nessuna delle parti e dei legali presenti, in effetti, durante la fase “meno camerale“ del giudizio disciplinare, aveva avuto modo di notare la presenza, accanto al sostituto procuratore, dr. Stefano Palazzi, del suo capo, professor Emidio Frascione».
Questa, quindi, sarà la prima eccezione presentata venerdì davanti alla Caf. A questo punto la Lega Calcio dovrà ratificare il documento dichiarando di essersi sbagliata. Ci sarà così un possibile rinvio, che potrebbe agevolare la posizione del Genoa.
Intanto anche il Garante della Privacy ha finalmente ottenuto gli atti da parte della Figc. «In riferimento al Caso Genoa e alla richiesta di documentazione rivolta alla Figc da parte del Garante - si legge in una nota -, l' Autorità precisa che tale documentazione è pervenuta nei termini previsti, nel pomeriggio del giorno 28 luglio, ed è stata subito affidata agli uffici competenti per la prevista istruttoria».
Lo stesso Garante aveva fissato come data ultima per la consegna dei documenti il 30 luglio e «la Federazione - sottolineano gli uffici romani - ha pertanto rispettato tale scadenza». La decisione del Garante in merito al caso Genoa sarà resa pubblica al termine dell' istruttoria.

Per la sentenza del Garante c'è molta attesa da parte dei legali del Genoa, che già fin dalle prime battute dell'indagine sulla presunta combine hanno contestato l'uso processuale delle intercettazioni telefoniche e ambientali attraverso cui la Procura di Genova ha raccolto le prove poi usate dai giudici sportivi per condannare la società per illecito sportivo.

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