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Vizzoni, argento 10 anni dopo Sydney

Europei di atletica. Nel martello Nicola Vizzoni torna sul podio come ai Giochi: "Ci credevo, ho portato anche la mamma". Finale dei 100: oro bianco al francese Lemaitre, 5° Chambers. Gli italiani in gara oggi

Vizzoni, argento 10 anni dopo Sydney

Christophe Lemaitre soffre di un razzismo al contrario. Bianco nella terra dei neri. Eppure Christophe non ha paura di nulla. Si piega su blocchi di partenza e corre. Più veloce che può. Non è elegantissimo con quel braccio sinistro che rema un poco verso sinistra, però è efficace. E veloce. Per scappare dai pregiudizi, per entrare nella storia.

In finale aveva a fianco un mostro sacro della velocità, il portoghese Obikwelu che si era portato a casa gli ultimi due titoli europei. Non è partito benissimo, corsia 6, non il massimo per controllare gli avversari, Chambers, che correva un paio di corsie alla sua sinistra, ha provato a scappare indisturbato, era davanti fino ai 50 metri, poi Christophe ha allungato la sua falcata: 10”11. Non un tempo fantastico per chi ha corso sotto i 10 secondi qualche settimana fa, però quel vento che gli soffiava in faccia (1 m/s) vale come una piccola giustificazione.

Erano 28 anni che un bianco non saliva sul gradino più alto del podio nei 100 metri: Christophe Lemaitre ce l’ha fatta, risultato sensazionale per un ragazzo di 20 anni che si è avvicinato all’atletica leggera solamente 5 anni fa. «Avevo paura e non ho fatto una bellissima partenza - ammette il francesino - ho dato tutto e ho difeso la posizione fino alla fine, l’oro è una bella ricompensa e una bella soddisfazione».

E la Francia oltre a Christophe può sorridere anche con il bronzo di Mdandjock, lui invece è di colore: una doppietta che vale quanto un’assicurazione per la 4x100 dove Chambers (solo quinto) cercherà la rivincita con il compagno Lewis, secondo. E l’Italia? Sta bene, ma non benissimo. Perché in finale c’erano due azzurri, Collio e Di Gregorio, (Cerutti fuori in semifinale), con il primo che ha abbandonato la gara dopo 30 metri per un problema alla schiena, mentre Di Gregorio ha chiuso settimo.

Per i colori azzurri la seconda giornata dei Campionati Europei di Barcellona ha celebrato il lancio del martello: sia quello maschile con il toscano Nicola Vizzoni argento all’ultimo tiro con 79.12m, sia quello femminile con Silvia Salis capace di ottenere la qualificazione per la finale di domani (ore 20.20) al primo lancio con 70.33, quarta misura complessiva della mattinata.

«Una bellissima emozione - le prime parole di Vizzoni, neo vice-campione europeo -. Significa che dieci anni dopo Sydney il Vizio c’è ancora, sono competitivo, nonostante l’anno scorso sia stato bloccato da un infortunio. Quest’anno invece ci ho creduto, il mio allenatore ha iniziato a parlarmi della medaglia da inizio stagione: lui ci credeva sul serio, io un po’ meno... Una dedica? A mia mamma, che è la prima volta che mi segue in trasferta, e alla mia famiglia che mi è sempre stata accanto: sia quando sono passato dalle stelle alle stalle, sia nei momenti degli infortuni e delle polemiche. La gente mi diceva che ero vecchio, oggi ho dimostrato il contrario».

È poi la volta dei tre giovani ottocentisti Mario Scapini, Giordano Benedetti e Lukas Rifesser che si meritano il passaggio alla semifinale di questa sera (ore 20.50) con tre diverse, ma altrettanto efficaci, interpretazioni del doppio giro di pista. Lo stesso fa sulle barriere dei 400hs l'altro under 23 Giacomo Panizza che passa il turno con 51.11. Oggi lo attende la semifinale alle 19.38. Europei già finiti, invece, per la velocista Manuela Levorato e l’astista Elena Scarpellini, mentre nella prima mattinata una squalifica ha messo fuori gioco anzitempo la marciatrice Sibilla Di Vincenzo, impegnata sulla 20 km.
Bene Libania Grebot e Marta Milani, che domani disputeranno la finale dei 400 metri. Fino ad oggi due sole altre azzurre erano entrate in una finale europea: Donata Govoni ad Atene 1969, e Patrizia Spuri a Budapest 1998.


Tre medaglie nei primi due giorni di gare: l’Italia dell’atletica ha iniziato a fare sul serio.

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