Dov’è Fidel Castro? E, soprattutto, quali sono le sue condizioni di salute? È malato da due anni e mezzo, d’accordo; ma dal 15 dicembre è sparito di scena. E l’ultimo non è stato un mese qualunque, perché il primo gennaio ricorreva il cinquantesimo anniversario della rivoluzione. Invece il Líder Máximo non si è manifestato, a eccezione di un messaggio formale di felicitazioni rivolto al popolo cubano.
Un silenzio anomalo che ha rilanciato le voci su un peggioramento del suo stato, rafforzate da numerosi indizi. Innanzitutto, le dichiarazioni del suo grande amico Hugo Chavez: «Quel Fidel che all’alba camminava per le strade e i villaggi, nella sua uniforme e abbracciando la gente, non tornerà. Ma vivrà per sempre al di là della vita fisica», ha affermato l’altro giorno in Tv. E il suo più che un omaggio è sembrato un addio, rafforzato da un’ammissione: «Non lo vedrò mai più». Eppure il presidente venezuelano era uno dei pochi leader stranieri da sempre ammesso al capezzale di Castro, nel giugno 2008 addirittura davanti alle telecamere della Tv di Stato, che diffusero il filmato in tutto il mondo.
Fidel appariva magro, provato ma più tonico rispetto a qualche mese prima. E a novembre aveva accettato di farsi fotografare con il presidente russo Medvedev e quello cinese Hu Jintao in visita all’Havana. Due scatti, per provare di essere ancora cosciente, ancora attivo. Ma da allora a nessun dignitario straniero è stato permesso di incontrarlo.
Il barometro della sua salute erano i suoi editoriali, che i media cubani pubblicavano con grande evidenza. Lo stile era inconfondibile. Sì, era proprio lui a scriverli. E tanti: nel 2008 mediamente nove al mese. Poi più nulla, nemmeno a inizio anno; nell’anniversario per lui più importante e nemmeno sette giorni dopo per commemorare il suo arrivo trionfale a l’Avana. Perché? Mistero.
Inutile rivolgersi al governo americano. «Stiamo seguendo la situazione», si sono limitati a dichiarare i portavoce del Dipartimento di Stato, interpellati dal Miami Herald. Una prudenza giustificata e non solo perché l’America, alla vigilia dell’insediamento di Obama, ha altro a cui pensare. La credibilità delle informazioni della Cia su Cuba è alquanto bassa dopo le gaffes del luglio 2006, quando l’intelligence Usa affermò che il Líder Máximo aveva un tumore all’intestino ed era in fin di vita. I problemi all’intestino li aveva davvero, gravi e debilitanti, per i quali è stato operato più volte e che lo hanno costretto a cedere il potere al fratello Raul; ma non era un cancro e da allora sono trascorsi due anni e mezzo.
Ora gli esperti considerano due scenari. Il primo, Castro è talmente debilitato da non aver nemmeno la forza di scrivere un articolo; tuttavia potrebbe trattarsi di un aggravamento transitorio e sotto sedativo l’82enne Fidèl potrebbe durare ancora a lungo. Il secondo, è che le sue condizioni siano precipitate rapidamente e che sia davvero agli sgoccioli.
Il segnale più significativo è atteso dall’esercito; ogni movimento inconsueto delle truppe e degli apparati di sicurezza avvalorerebbe la seconda ipotesi. Ma finora i servizi segreti occidentali segnalano che tutto è tranquillo all’Avana. E il giallo continua.
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