Seguirlo nei suoi spostamenti fa venire il mal di testa. "In pochissime ore sono stato a Giugliano, a Marano, a Castellammare di Stabia, in alcuni quartieri del centro storico di Napoli. E questa sera (ieri per chi legge, ndr) parteciperò a due cene. Ma, tranquillo, mangio una volta sola".
Tour frenetici e una campagna elettorale che corre velocissima. Gennaro Sangiuliano è alla terza, forse alla quarta vita: direttore del Tg2, ministro della Cultura, poi corrispondente Rai da una ribollente Parigi, ora candidato alle Regionali in Campania.
Sangiuliano, chi gliel'ha fatto fare?
"Voglio restituire qualcosa alla mia terra. Voglio darmi da fare per migliorare Napoli, la mia città. Immagino che queste mie parole saranno accolte con scetticismo, ma è proprio così".
Era a Parigi. Non valeva la pena restare a raccontare una città e un Paese che vivono un momento senza precedenti, fra crisi di governo, furti al Louvre e carcere per l'ex presidente Sarkozy?
"Ho fatto come settanta colleghi della Rai che nel tempo sono diventati parlamentari, assessori, consiglieri regionali e via elencando. Beppe Giulietti, che dopo diverse legislature è tornato in Rai e io qualche volta mi sono trovato a passare i suoi servizi, ben fatti, per la Tgr del Veneto; Piero Badaloni, Marco Ravaglioli, che era al Tg1, bravissimo, parlamentare per un paio di mandati nella Dc".
Certo, era il genero di Andreotti.
"Si, esatto. Poi si è riaffacciato alla sua vita di giornalista: corrispondente in Spagna. Io mi sono messo in aspettativa e mi sono tuffato in questa avventura. Partecipo a 10-12 eventi al giorno, macino chilometri, stringo decine di mani".
Va anche per mercati e mercatini, lei che passava il tempo fra musei e biblioteche?
"Per ora una volta sola".
E come è andata?
"Ho visto un grande affetto".
E in generale?
"Un clima euforico. Incontro persone che mi incoraggiano, mi esortano, mi spingono ad andare avanti. Passo fra circoli, associazioni, piazze. E c'è sempre un tifo entusiasmante".
Nessuno che le ricordi le sue burrascose dimissioni da ministro?
"No, nessuna critica o sberleffo o altro ancora in chiave negativa. E poi c'è un altro aspetto meraviglioso da considerare".
Quale?
"Io da ministro ho portato a Napoli 800 milioni di investimenti. Oggi i giardini di Capodimonte sono nettamente più belli, attraenti e suggestivi di quelli delle Tuileries a Parigi".
Insomma, la vita da candidato prosegue e reinterpreta quella del responsabile del patrimonio artistico italiano?
"In parte. Ritrovo il lavoro che ho fatto e di cui sono orgoglioso. Se lei viene a Napoli, scoprirà che l'Albergo dei Poveri è un grande cantiere. Io ho tolto questo enorme edificio dal degrado e ho fatto partire il restauro. E sa cosa dicono i napoletani?"
Cosa dicono?
"Che l'ha fatto Sangiuliano. In verità fu voluto da Carlo III di Borbone".
Cade la linea. Sangiuliano ricompare dopo un quarto d'ora: "Intanto ho fatto una riunione. È bella questa esperienza, perché riprendo un dialogo strappato con i miei concittadini".
Lei cosa promette?
"Io ascolto. E mi comporto come un giornalista: prendo appunti sul mio taccuino, un Moleskine"
Rimpianti per l'addio brusco al ministero?
"No, nella vita si va avanti. E ora mi dedico alla mia gente. Certo, incontri anche la sofferenza. Persone con fragilità, handicap, penso a una ragazza con gravi problemi alle gambe. E la madre mi ha chiesto un aiuto".
Perderete?
"Penso che vinceremo. Stiamo rimontando alla grande. Nel caso, potrei fare l'assessore, ma deciderà Cirielli".
Altrimenti?
"Farò un'opposizione efficace a Fico. E mi occuperò dei due grandi temi: sanità e trasporti. Più, va da sé, la cultura. Così continuerò ad occuparmi di quello che seguivo anche prima".