(...) un passaggio in maggioranza a sostegno di Claudio Burlando non lo avevano nemmeno minimamente ipotizzato sono stati i consiglieri della Lista Biasotti Aldo Siri e Lorenzo Pellerano che dicono di non volerne sapere di partiti della Nazione o progetti terzopolisti: «Continuiamo ad avere come riferimento la lista voluta da Sandro Biasotti e nata più di sei anni fa - spiegano i due in una nota -. Ci riconosciamo nei valori civici che essa rappresenta e continuiamo a lavorare con lintento di creare unalternativa al centrosinistra che ormai da troppo tempo governa in Liguria». Sistemati i biasottiani e non contemplabili i tre leghisti, lattenzione si è concentrata sul Pdl dove il capogruppo Matteo Rosso, ieri mattina, già prendeva le distanze dalle parole di Monteleone: «Ho parlato con i consiglieri del mio gruppo e nessuno mi ha espresso la volontà di andarsene o alcun disagio per le attività che svolgiamo insieme - racconta -. Cè armonia e piena sintonia di obiettivi. Non vorrei che il segretario dellUdc avesse buttato lì una frase tanto per creare scompiglio: sarebbe un gesto poco onorevole in un momento nel quale chi fa politica dovrebbe essere esempio di chiarezza. La correttezza gli imporrebbe di metter sul piatto anche i nomi: certe frasi non si lasciano a metà».
A metà giornata in diversi avevano individuato in Alessio Saso e Raffaella Della Bianca i possibili transfughi, ma entrambi hanno seccamente smentito aprendo, invece, una fortissima polemica interna al partito sul ruolo del coordinatore regionale Michele Scandroglio. «Non lascio il Pdl, meno che mai oggi - tuona Della Bianca -. Non condivido politicamente il processo di aggregazione e disgregazione di gruppi politici come se fossero scambi di figure Panini, cosa che avviene nellUdc ligure da qualche tempo». Ma non è tutto perché senza troppi giri di parole Della Bianca indica il responsabile dei nomi apparsi sui quotidiani come possibili partenti dal Popolo della Libertà: «In questo mio partito ligure domina un sistema centralizzato sul coordinatore regionale per cui chi non è ossequiosamente obbediente ai suoi voleri viene marginalizzato, sino ad una eventuale epurazione - accusa la consigliere regionale -. Non mi stupisco che il mio nome esca dopo solo due giorni dalle critiche politiche che ho pubblicamente rivolto». Ragionamento ripreso da Saso che ribadisce di non aver avuto alcun contatto con esponenti del Terzo Polo e poi affonda su Scandroglio: «Ogni volta che un esponente Pdl prende posizioni autonome su passaggi politici improvvisamente viene messa in discussione la fedeltà al partito - attacca il consigliere di Imperia -. Non vorrei che si scambiasse la fedeltà al partito con limpossibilità di prendere posizioni politiche sensate e forse anche più coraggiose, nellinteresse del partito stesso».
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