Vodafone, dividendo alle stelle (più 49%)

Guindani: «In Italia fatturato in crescita nonostante il taglio alle tariffe»

Maddalena Camera

da Milano

Brindano gli azionisti di Vodafone. L’amministratore delegato Arun Sarin ha infatti annunciato la distribuzione di un dividendo straordinario pari a 9 miliardi di sterline (circa 13 miliardi di euro) che vuol dire un rendimento che sfiora il 10% annuo con un aumento rispetto all’anno passato del 49 per cento.
In realtà non si tratta di utili ma di fondi straordinari derivati dalla vendita delle attività in Giappone (a Softbank) e dalla possibilità di poter disporre di maggiore flessibilità per l’indebitamento. Gli utili infatti, pur migliori delle attese, passati a 8,7 miliardi di sterline contro i 7,8 dell’anno scorso, sono andati a coprire in parte la colossale perdita di 22 miliardi dovuta soprattutto alla svalutazione degli asset in Germania. Il risultato dal punto di vista finanziario è stato un buon rialzo del titolo (che in un anno ha perso il 10,5% del suo valore) pari al 2,7%, confortato dalla promessa di Sarin di mantenere alti i dividendi. Per contro Fitch ha declassato ad A- da A il rating dell’operatore, dato che la distribuzione di risorse peserà sulla capacità di investimento. Fino ad oggi infatti la crescita di Vodafone era legata soprattutto all’acquisto, a volte anche a caro prezzo, di operatori in paesi emergenti come Turchia o India capaci di garantire elevati tassi di crescita rispetto all’Europa o agli Usa. Questa strategia sarà però abbandonata per sviluppare invece il business nei paesi dove Vodafone è presente in maniera massiccia. E per far questo la società mobile ha creato una nuova divisione, chiamata New business, guidata da Thomas Geitner.
La nuova divisione dovrebbe far entrare Vodafone nel mercato a banda larga in maniera diretta. Geitner ha detto infatti che la società è pronta a investire in infrastrutture che permetteranno di offrire oltre alla connessione mobile anche quella Adsl. E se in Germania il problema non sussiste, dato che Vodafone è anche proprietaria di Arcor, gestore di telefonia fissa, in Italia, almeno all’inizio, la società per offrire connessioni Adsl dovrà stringere un’intesa con operatori fissi come ad esempio Fastweb o Bt Albacom. Su questo fronte l’amministratore delegato della filiale italiana Pietro Guindani non si sbilancia. «Non abbiamo ancora piani in questo senso» ha detto. In Italia Vodafone ha chiuso il 2006 con ricavi in crescita del 2% rispetto allo scorso esercizio a 8,3 miliardi di euro e 24 milioni di clienti, in aumento del 6,9%. Quanto all’Arpu (il ricavo medio mensile per utente) si è attestato a 28,5 euro, in leggero calo rispetto ai 29,5 dello scorso esercizio, mentre il «churn rate» (tasso di abbandono dei clienti) è stato pari al 18,7% (dal 17,2%).


«I ricavi - ha detto Guindani - sono aumentati (nonostante l’impatto del taglio delle tariffe di terminazione imposto dall’Authority) grazie alla crescita dei servizi a valore aggiunto». Il manager ha anche detto che in caso di riduzione del cuneo fiscale i risparmi che ne deriveranno, stimati dal direttore finanziario Margherita Dalla Valle tra i 10 e 30 milioni, saranno reinvestiti in tecnologia.

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