«Voglio Giro e Tour per poter fare più di Armstrong»

Basso cancella le amarezze e lancia la sfida con l’ex squadra di Lance: «Adesso volto pagina, ho dimostrato di essere pulito»

Pier Augusto Stagi

da Milano

Si presenta il Giro, si ripresenta anche lui, Ivan Basso, che alla corsa rosa ha legato l’ultimo momento felice, l’ultimo sorriso di questa stagione 2006, costellata poi solo da vicende che con lo sport hanno ben poco a che fare o che troppo hanno a che fare in questi ultimi tormentati anni. È tornato nel giro, Ivan Basso. È tornato al Giro, la sua corsa: prima uscita ufficiale, con la sua polo blu notte targata Discovery Channel, il team diretto da Johan Bruyneel, l’uomo che assieme a Lance Armstrong ha costruito gli ultimi sette anni di storia del Tour de France. «Sono felice di essere approdato in un team come quello di Lance Armstrong e Johan Bruyneel – ha detto ieri mattina, nel primo incontro mondiale con la stampa, a poche ore dal varo ufficiale del nuovo Giro -. In più di un’occasione negli scorsi anni siamo stati lì lì per trovare un accordo. Loro non hanno mai nascosto l’interesse per la mia persona, io mi sono sempre dimostrato lusingato per le loro attenzioni. Oggi le nostre strade si sono congiunte: speriamo di percorrere assieme un bel tratto di strada, ricco di soddisfazioni e di vittorie».
A fianco di Ivan Basso ci sarebbe dovuto essere anche Lance Armstrong, il suo primo tifoso, l’uomo che da sempre considera Ivan il suo unico e degno erede per i Grandi Giri. È restato ad Austin, nel Texas, dove vive con le sue bambine: «Sono spesso in giro per il mondo, e quando posso mi dedico alla mia famiglia – ha fatto sapere il sette volte vincitore del Tour -. La prossima settimana Ivan con tutta la squadra sarà qui ad Austin per il primo raduno stagionale. Getteremo le basi, parleremo di programmi, ci conosceremo tutti un po’ meglio. Per questo ho deciso di restare a casa. Anziché andare a prendere io Ivan a Milano, aspetto che venga lui lunedì da me».
Ivan partirà questa mattina per l’America, dove resterà fino al prossimo 13 dicembre. È sorridente, si vede che smania d’incominciare questa nuova avventura, dopo quattro mesi durissimi, carichi di astio, ansie e cattiverie di ogni tipo. «Mi sento finalmente tranquillo – ha detto in conferenza stampa -, dopo un mese di novembre che mi ha ridato certezze, ho potuto anche godermi qualche giorno di vacanza. Adesso ho solo voglia di pensare a quello che verrà, sono stanco di parlare di quello che mi è successo. Dopo quattro mesi di sofferenze, di cattiverie, ho voglia di guardare avanti, di voltare pagina. La giustizia sportiva ha indagato per due mesi e mezzo a 360° sul mio conto, alla fine hanno dovuto prendere atto e riconoscere che a mio carico non c’era assolutamente nulla. Perché sono stato tirato in ballo? Vorrei saperlo anch’io. Riis dice che se io mi fossi dimostrato subito disponibile all’esame del Dna forse sarei rimasto con lui? Bjarne sa come stanno le cose. Io la disponibilità a qualsiasi tipo di test l’ho data subito, alla prima convocazione davanti la Procura del Coni. Lui lo sa e dovrebbe ricordarselo». Poi passa a parlare del Giro, di questa corsa che lo pone ancora una volta come il più logico dei favoriti. «È un Giro moderno, duro ma aperto a tutti – ha detto -. Io partirò solo con un grande obiettivo: vincerlo.

Sarà difficile ripetere le gesta di Lance, perché lui è stato superlativo nella più dura delle corse del mondo, tanto da vincere il Tour per sette anni di fila. Io spero di essere all’altezza e ricalcare in minima parte quello che ha saputo fare Lance, ma se riuscirò a centrare l’accoppiata, Giro e Tour, beh, farò qualcosa che nemmeno Armstrong ha saputo fare».

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