da Londra
Biondissima. Magrissima. In splendida forma. Con un carisma e una presenza che lasciano senza fiato. Questa è Madonna nel 2005, «Ho fatto questo disco - ha detto presentando il suo album a Londra ristabilitasi dopo la caduta da cavallo di qualche mese fa, avvolta in una camicia di lamè - perché ho lavorato a un tour, a un documentario, e ora volevo solo ballare, volevo essere frivola». E Confessions on a dancefloor è soprattutto questo: un album per ballare. «La dance è stato il mio primo amore, e ha una cosa che non cambia mai, il basso ad alto volume - ha spiegato Madonna - Ho preso piccole parti dal mio passato per creare un omaggio alla dance. Mi piace la definizione disco futura. Basta che non sia disco noiosa».
Confessions, spiega, è pieno di paradossi, qualcosa che la superstar dice di amare oltre ogni cosa. Come il paradosso di I love New York, dove in un passaggio canta «Parigi e Londra, te le puoi tenere». «È un altro paradosso. Ovvio che amo Londra, se no non ci vivrei. Ma New York è la città che mi ha formata. Ci sono andata quando avevo 18 anni, sono cresciuta lì, lì ho appreso che vuol dire essere un'artista».
Ma ha parlato anche dei suoi studi sul culto ebraico della Kabbalah, che tante prese di posizione hanno suscitato: «Non conosco nessuna persona celebre e di successo che studia la Kabbalah, al contrario di quel che dice la stampa. Perché è qualcosa che prende molto tempo, e che ti pone la domanda, perché fai quello che fai? E molta gente nel mondo dello spettacolo non vuole farsi questa domanda.
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