Volano gli smartphone, ma per gli operatori ricavi in calo del 15% negli ultimi tre anni

Cellulari e smartphone hanno praticamente invaso tasche e borse degli italiani, ma, nonostante il boom del traffico voce e dati, il mercato della telefonia mobile ha imboccato ormai da qualche tempo la strada del declino del proprio valore economico. Tra il 2007 e il 2010, infatti, i ricavi per gli operatori sono diminuiti di oltre il 15%, e un’ulteriore diminuzione è prevista per il 2011 (-4,7% dal 2009). A calcolarlo è la Fondazione Magna Charta in uno studio che fa il punto sugli investimenti telefonici. L’Italia, che per ricavi è al quarto posto fra i big (Francia, Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna), è invece al primo posto per i minori prezzi al cliente, i maggiori consumi, il massimo livello di penetrazione e di investimento. A preoccupare è soprattutto la prospettiva di un taglio delle tariffe di terminazione mobile, come auspicato dalla Commissione europea che preme per una rapida riduzione a favore dei consumatori, da implementare in tutti i Paesi dell’Unione già dal 2012. Un intervento così immediato però non solo causerebbe una riduzione dei ricavi degli operatori ma inciderebbe anche «su programmi di investimento già da tempo definiti sulla base dei valori già precedentemente indicati dall’Autorità delle comunicazioni». Da qui la richiesta indirizzata all’Agcom, supportata peraltro anche da alcuni parlamentari, di «congelare per qualche anno» qualsiasi tipo di intervento. Contro l’ipotesi di un rallentamento è però già nato un altro fonte bipartisan in Parlamento.

Deputati del Pd e della Lega chiedono infatti di non rinunciare alle ambizioni europee di un taglio immediato e di procedere con determinazione sulla strada della riduzione per favorire il più possibile i consumatori finali. La parola spetta ora all’Autorità. Una decisione era attesa entro la fine del mese di luglio, ma il dossier è stato poi rinviato a settembre.

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