Volano gli stracci al Fatto I santoni si scannano per una vignetta

Disegni nuovo responsabile dell'inserto satirico al posto di Telese. Che se la prende con padellaro e Travaglio. E tra i lettori c'è sconcerto

Volano gli stracci al Fatto 
I santoni si scannano  
per una vignetta

Roma - Scrive il lettore “Frator” sul blog de Il Fatto : «Quando un giornale o qualsiasi altra cosa comincia a produrre “pa­ne” ecco che si affacciano i corvi in cerca di nutrimento». «Non comprerò più Il Fatto augurandomi che questa squallida storia di puzza fasci­sta abbia la giusta risonan­za», è il grido di dolore del let­tore “Flavio”.

Sono spiazzati e dolorosa­mente colpiti, gli appassiona­ti seguaci del giornale di Pa­dellaro & Travaglio: increduli che anche lì, nel Regno del Be­ne, nelle file dell’esercito an­gelico che combatte il Mali­gno B. a colpi di verbali e inter­cettazioni, si sia insinuato il serpente tentatore della rivali­tà e del malanimo.

La rissa interna tra prime donne del quotidiano è finita in prima pagina nella domeni­ca di Pasqua: l’editoriale del­l’inserto satirico Il Misfatto annuncia che la squadra gui­data da Roberto Corradi e Lu­ca Telese, che finora ha presie­duto alla confezione delle pa­gine di satira, viene «manda­ta a casa», e «per volontà del direttore e del vicedirettore». Niente nomi, ma naturalmen­te si parla proprio di Antonio Padellaro e Marco Travaglio. Il quale, seppure al momento impegnato ventre a terra nel­la complicatissima difesa del­la credibilità dell’adorato Ciancimino, un filo azzoppa­ta ultimamente, è pur sempre il responsabile degli inserti. Quindi, denunciano implici­t­amente i redattori del Misfat­to , Telese in testa, è lui il mas­simo colpevole della caccia­ta. «Adesso che lo spazio c’è,e i soldi pure, i Garibaldini che hanno voluto la presa di Por­ta Pia vengono mandati a ca­sa per dare spazio al Grande Professionista della Satira che all’inizio aveva declinato l’invito»,lamenta amaramen­te ( e con un pizzico di megalo­mania) l’editorialino del Mi­sfatto . Anche qui niente no­mi, altro che i pizzini «copia­incolla» del compagno Cian­cimino, ma il bersaglio è Stefa­no Disegni, noto autore satiri­co e neo- responsabile dell’in­serto. Accusato appunto di aver rifiutato di assumere la direzione del supplemento quando il Fatto era un prodot­to sperimentale, ancora da te­stare sul mercato, e di recla­marla ora che il giornale gua­dagna bei soldoni da abbona­menti e pubblicità.

Disegni, a sua volta, replica indirettamente alle accuse usando la sua striscia a fumet­ti ( «Noiosissima» secondo Te­­lese), in cui si prende gioco della satira politically correct degli adoratori di Grillo, Ven­dola e Asor Rosa. Una freccia­ta alla squadra telesiana (lo stesso Telese, secondo indi­screzioni, sarebbe raffigurato in una delle vignette, con sem­bianze simili a Raul Castro), intinta nel veleno da una bat­tuta finale: Disegni non piace a quella sinistra politically correct anche perché accusa­to di essere un «ebreo sioni­sta».

Al Fatto volano gli stracci, insomma. La faccenda fini­sce in primo piano su Dago­spia ; Luca Telese sul suo blog si sfoga contro Disegni e lo ac­cusa di aver «scalpitato da matti per farsi dare un giocat­tolino, dopo aver rifiutato la proposta (di Padellaro e an­che mia) di condurlo quando non c’erano certezze», e con «il vicedirettore del nostro giornale» (sempre lui, Trava­glio, il grande apologeta cian­ciminiano), reo di avergli da­to spago. Il medesimo Trava­glio e Padellaro per ora taccio­no. I lettori, smarriti e dolenti, si sfogano sul web e li chiama­no in causa, chiedendo una ri­sposta ai loro devastanti dub­bi.

Uno di loro, “Paolo”, si chiede saggiamente: «Ma non riuscivate a ricomporre la questione tra di voi, con più calma, magari allargando a S.D. la gestione della creatura o comunque senza far scop­piare ‘sto casino?».

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