La volata di Petacchi finisce a spinte e insulti con Richeze

Il velocista: «Mi ha chiuso». E l’altro: «Ho preso un pugno»

da Frascati

Perde la volata e anche le staffe, Alessandro Petacchi. Il record però lo stabilisce l’argentino Maximilian Ariel Richeze, che riesce nell’impresa di far girare gli zebedei ad uno dei corridori più miti e tranquilli del gruppo. «Capisco che tutti vogliano vincere, ma nel rispetto dei regolamenti», dice laconico il vincitore della tappa di Cagliari.
Secondo a Cagliari, il tedesco Robert Forster della Gerolsteiner vince a Frascati. Decisivo, nel toboga finale della cittadina laziale, il comportamento dell'argentino Richeze che per ben due volte chiude verso le transenne il velocista spezzino, alla fine terzo preceduto anche dal norvegese Thor Hushovd.
«Avete visto tutti che Richeze mi ha chiuso due volte – dice sconsolato il capitano della Milram -, mi sono visto sulle transenne, mi sono spaventato. Mi chiedo: gli organizzatori proprio non potevano trovare 500 metri dritti, evitando tutte queste esse nel finale? Poi vengono a dire a noi corridori di stare attenti, di non rischiare. Qui per non rischiare dovremmo scendere di bicicletta e fare le curve a piedi».
Poi sulle scorrettezze di Richeze, lo spezzino precisa: «Lui dice che gli ho preso la maglia, ma non è vero e le immagini parlano chiaro. L'ho spostato, questo sì, perché si è piantato davanti a me e mi ha costretto a ripartire da zero. Cosa dovevo fare?».
Richeze fa quello che non capisce. «Volevo vincere, stavo bene, ho fatto quello che dovevo fare. E lui mi ha pure dato un pugno...».
«Balle», il commento del Peta che chiude la tenzone.
La corsa è stata caratterizzata da una lunga fuga di un uomo Tinkoff, il solito russo e il solito Mikhail Ignatiev (ad oggi sono oltre 300 chilometri fatti in fuga), prima in compagnia del francese Buffaz e poi tutto solo. La maglia rosa è restata sulle spalle di Danilo Di Luca, mentre Paolo Bettini ha corso tutto il giorno in coda al gruppo per cercare di faticare il meno possibile dopo le botte riportate nella caduta dell’altro ieri.
«Ho faticato tanto, ho stretto i denti – ha detto il campione del mondo -, ma alla fine l’importante era portare a casa la pelle: anche questa è andata. Speriamo nei prossimi giorni. Botte di questo tipo, soprattutto al costato, non ti abbandonano tanto facilmente: io ormai ne so qualcosa».
Passa la giornata anche Danilo Di Luca, che aveva chiesto ai suoi compagni di squadra di restare passivi e non dannarsi l’anima per difendere il primato. «Se vogliono la maglia che se la prendano, noi non dobbiamo spendere una sola goccia di sudore per tenere la maglia rosa».


Ci hanno pensato gli altri a rincorrere Ignatiev. Ci hanno pensato le squadre dei velocisti a mantenere l’abruzzese in rosa. Di Luca ringrazia e manda un messaggio: «Tappa tranquilla, speriamo sia così anche la Tivoli-Spoleto». Insaziabile.

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