Anche se non mi chiamo Evaristo, scusate se insisto. Un professore di otorinolaringoiatria di Pretoria ha emesso la sentenza: i o le vuvuzelas fanno male. All’udito, al cervello, al corpo tutto. Certo, non era proprio indispensabile il parere di un esperto sudafricano, bastava effettuare un controllo dinanzi all’apparato. Lo hanno fatto alcuni giornalisti francesi, un rilevatore di onde sonore da una parte e la tromba dall’altra. Totale: centodiciotto decibel, in numeri 118. Avete letto benissimo, almeno la vista, quella, regge. Tento la spiegazione parascientifica: la cosiddetta soglia di fastidio per l’udito viaggia intorno ai 90 decibel quando riguarda un normoudente, uno che sente bene, che non ha problemi di questo senso. A centoventi, in cifra 120, decibel è fissata la soglia del dolore. Molto dipende dal tempo di esposizione e di vicinanza al rumore in questione. Per esempio: il fischio di un treno (una volta esisteva anche quello), l’urlo della sirena di un’ambulanza o dei vigili del fuoco, il segnale di allarme casalingo, tutta questa roba qui può provocare fastidio o dolore ma il tempo di “ascolto”,di esposizione dunque, si limita a qualche secondo. Ma se il frastuono prosegue per un’ora e mezzo allora non ci siamo, allora i timpani soffrono, il corpo si affatica. Chi sta allo stadio sbanda, quando esce dalla curva o tribuna è vittima del trauma acustico da discoteca, sente le voci come Giovanna d’Arco, ha un senso precario di equilibrio, nuota nell’aria, se la squadra del suo cuore ha vinto festeggia, se ha perso si consola, se ha pareggiato si accontenta ma in tutti e tre i casi è ubriaco da tromba. Chi sta a casa o al bar davanti al televisore tenta di alzare il volume per intendere meglio le parole dei telecronisti e commentatori. Errore: così facendo “discrimina” il linguaggio e per chi ha problemi di udito il problema aumenta in misura esponenziale. Il futuro non è roseo ma ci sono anche buone prospettive per chi intende emigrare in Sudafrica e cerca un lavoro.
Suggerisco di aprire uno studio di audioprotesista affiancandolo a quello di otorino. In questo periodo farebbe affari d’oro, lunghe code di reduci da trombette, volti stremati e sguardi sghembi. Il calcio è bello, è una festa, è la gioia dei colori. E dei dolori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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