Mariuccia Chiantaretto
da Washington
Si facevano chiamare «I mori», erano tutti di colore, volevano diventare lultima arma di Osama Bin Laden in America mettendo a segno una serie di stragi ma sono stati arrestati prima di cominciare a mettere in pratica il loro programma.
Giovedì, mentre l'Fbi procedeva a sette arresti a Miami, il suo capo Robert Mueller ha confermato l'operazione in diretta alla Cnn, nel salotto televisivo del Larry King live. Ha spiegato agli americani che il rischio di attentati è sempre attuale ma che gli addetti alla sicurezza stanno facendo un ottimo lavoro.
I sette uomini fra i 22 e 32 anni, di cui cinque cittadini americani, un haitiano col permesso di soggiorno ed un immigrato illegale anche lui haitiano, tutti musulmani di origine africana, sono adesso in isolamento in un carcere segreto della Florida. L'accusa è aver progettato attentati contro la Torre Sears di Chicago, il grattacielo più alto d'America, ed alcuni edifici di Miami fra cui il James Laurence federal justice e il Federal detention center.
Gli emuli di Mohamnmed Atta, il capo dei dirottatori dell'11 settembre che per un paio di anni si era addestrato a pilotare aerei proprio a Miami, non hanno mai fatto progressi nei preparativi: un agente dell'Fbi in incognito sorvegliava le loro mosse da mesi. Narseal Batiste, Patrick Abraham, Stanley Grant Phanor, Naudimar Herrera, Burson Augustin, Lyngleson Lemorin e Rothshild Augustine sono stati tenuti in scacco dagli addetti alla sicurezza americana fin dal primo momento.
Il capo della «banda dei Mori», Narseal Batiste, aveva dato vita a questa organizzazione nello scorso novembre in un magazzino di Liberty City, uno dei quartieri più poveri di Miami. Batiste si faceva chiamare Brother Naz e Prince Manna e sollecitava i giovani della quartiere a frequentare il magazzino trasformato in palestra, dove si faceva addestramento alle arti marziali. Qualche vicino, insospettito dai turbanti che i giovanotti portavano e dai turni di guardia che montavano al locale, ha avvertito le forze dell' ordine. A questo punto l'Fbi, anziché procedere ad immediati arresti senza capi d'accusa sostenibili, ha deciso di giocare d'astuzia. Il 16 dicembre Batiste è stato avvicinato da un agente del Bureau in incognito che si è presentato come rappresentante di Al Qaida.
«L'uomo di Al Qaida» ha dimostrato di apprezzare moltissimo l'idea di Batiste di addestrare un miniesercito islamico e ha immediatamente offerto aiuto materiale. La lista della spesa compilata da Batiste comprendeva stivali, uniformi, mitra, radio e mezzi di locomozione. Il 29 dicembre il finto rappresentante di Al Qaida ha consegnato ai Mori giubbini antiproiettile, binocoli, pistole, automezzi e 50mila dollari in contanti.
Il 10 marzo Batiste giurava, nelle mani dell'agente dell'Fbi attrezzato per registrare di nascosto la cerimonia e alla presenza di alcuni suoi uomini, fedeltà assoluta a Osama Bin Laden. Sei giorni dopo lo stesso giuramento è stato pronunciato anche dagli altri sei membri dell'esercito islamico.
Da quel momento in poi Batiste e i suoi si sono dedicati alla preparazione dell'impresa che nelle loro intenzioni avrebbe dovuto essere pari se non superiore a quella dell'11 settembre 2001. Sotto l'occhio vigile degli agenti dell'antiterrorismo I Mori si sono dati un gran da fare a fotografare e studiare gli obiettivi da colpire. Hanno tentato di comprare con i soldi avuti dall'Fbi del nitrato di ammonio, lo stesso esplosivo che aveva distrutto l'edificio federale di Okhaloma City nel 1995 ma ovviamente non ci sono riusciti perché l'Fbi ne ha impedito la consegna.
Venerdì mattina nel corso di una conferenza stampa il ministro della Giustizia federale Stato Alberto Gonzales ha spiegato: «Abbiamo a che fare con degli americani che pianificavano di fare del male ad altri americani. Nessuno ha comunque mai corso un grosso pericolo. Non sono stati in grado di contattare gente di Al Qaida, non hanno mai avuto armi per mettere a segno gli attentati e non avevano idea di come procurarsele».
La notizia degli arresti ha colto di sorpresa la popolazione di Miami. Oggi in questa città è prevista la partecipazione di 250mila tifosi alla parata in onore della squadra di pallacanestro degli Heat che hanno vinto il campionato dell'Nba.
«Dal primo momento in cui è scattata l'operazione - ha detto il capo della polizia di Miami John Timoney - la mia priorità è stata la sicurezza dell'intera città. Posso comunque garantire che non c'è alcun tipo di pericolo. La gente può portare alla parata i bambini. Abbiamo tutto sotto controllo».
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